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"Luce e colore" a Palazzo della Cancelleria Apostolica: ecco Giuseppe Fioroni

“Ognuno di noi, nel cammino della propria esistenza, dovrebbe percorrere il sentiero della conoscenza per indirizzarsi verso la luce”. Questo l’incipit e lo slogan principale (direttamente dal sito personale dell’autore) della mostra in esposizione a Palazzo della Cancelleria Apostolico, dove l’artista perugino Giuseppe Fioroni mescola mito, favola, parabola e sacra scrittura in un trionfo di colori sgargianti che disegnano un mondo senza spazio né tempo.



Promossa dall’associazione Tota Pulchra l’esposizione è stata inaugurata a Roma con un evento tenutosi sabato 9 giugno presso la Sala dei 100 giorni del Vasari del Palazzo della Cancelleria Apostolica. Al battesimo del percorso espositivo sono intervenuti, oltre all’artista, anche lo studioso e critico d’arte Philippe Daverio, Monsignor Jean-Marie Gervais presidente della “Tota Pulchra”, il dott. Fabrizio Fabbri (editore del catalogo della mostra) e la dott.ssa Marina Mattei, curatrice dei Musei Capitolini ed il Dott. Michele Fioroni, assessore del Comune di Perugia. Lo storico e critico d’arte fott. Giorgio Vulcano ha invece realizzato un’intervista esclusiva al maestro Giuseppe Fioroni di fronte ad un nutrito pubblico. Durante l’inaugurazione poi, lo chef Gambero Rosso Massimiliano Mettini ha presentato alcune eccellenze italiane del Food & Beverage.

Nella sede, sita a pochi passi da Campo de’ Fiori, fino al 23 Giugno saranno ospitate ed esposte oltre 40 opere frutto di 50 anni di sperimentazione artistica da parte del Fioroni. L’impronta umbra si mescola con le radici rinascimentali, con una ricerca del senso primordiale di oggetti e protagonisti (figure di musicanti, zingari e pagliacci sospesi nell’artia come per magia) che richiamano molto la volontà dell’autore di osservare il mondo con gli occhi stupiti e curiosi di un bambino. Per comprendere al meglio lo scopo e la matrice intera dell’opera di Fioroni, basta poi ascoltare il parere e l’analisi di Vittorio Sgarbi: “Una delle prime certezze che balza all’occhio è la presenza dei volti e degli sguardi: pur “essendo privi di intenti comunicativi, con le loro espressioni bloccate e attonite finiscono per fissare lo spettatore facendolo immergere a sua volta nel loro universo come in un Vortice”.

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