Luigi Conte, Presidente dell’Anasf (Associazione Nazionale Consulenti Finanziari)
Luigi Conte l’elezione dei componenti dell’Enasarco, che è anche il vostro ente previdenziale, assume ogni giorno di più contorno farseschi. E’ veramente un pasticciaccio brutto a cui non si riesce a porre fine…
Un cda illegittimamente convocato, con l’assenza annunciata del presidente del collegio sindacale (espressione del ministero del lavoro), e impropriamente riunitosi nonostante la mancata accettazione e la relativa diffida di uno dei 15 componenti. Questo è stato il Cda del 10 agosto di uno dei più importanti enti previdenziali italiani, quale è l’Enasarco. Numerose note e ordinanze ministeriali hanno avvalorato la posizione della coalizione “Fare presto”, a cui aderisce l’associazione Anasf, che presiedo, ma, in spregio a tutto quanto finora statuito da tribunali e, per l’appunto, dai Ministeri vigilanti, l’odierno Cda ha anche provveduto alla rielezione di Marzolla a Presidente. Né l’Anasf né la coalizione accetteranno questo ennesimo sopruso ferragostano.
Questo è l’ultimo atto di una lunga serie di irregolarità e prevaricazioni…
La storia recente dell’Ente parte dalle elezioni per il rinnovo degli organi, con la delibera dell’assemblea dei delegati dello scorso 23 dicembre che ha espresso il voto per la nomina del Cda, a cui ha fatto seguito la decisione della Commissione elettorale di Enasarco di escludere il voto di un delegato della nostra coalizione, alterando in questo modo gli equilibri del Cda. Una battaglia a suon di studi legali, Tribunali e Ministeri, che sembrava poter essere finalmente risolta alcune settimane fa e che invece ha visto un nuovo colpo di scena a ridosso del Ferragosto.
Colpi di scena, anzi colpi di mano…Voi non vi rassegnate?
La battaglia, stia tranquillo, continuerà fino a quando non saranno state soddisfatte tutte le nostre aspettative, anche per rispetto di quanti hanno voluto darci fiducia, chiedendoci nel contempo di ottenere un sostanziale cambio di passo nella gestione dell’ente, dopo decenni di una governance opaca e sterile.
Che cosa c’è dietro l’ostinata resistenza al cambiamento?
Questo dobbiamo ancora comprenderlo fino in fondo.
di Antonello Sette
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