Luisa Regimenti, europarlamentare della Lega e membro della Commissione per la sanità pubblica, interviene sul tema della giustizia. Per quanto riguarda le amministrative, invece, lancia la volata a Guido Bertolaso in quel di Roma.
Regimenti, per uscire dal Covid, quanto è importante avviare piani europei e nazionali di produzione?
«C’è stato un incontro a Roma, che ha stabilito, innanzitutto, che debbano essere liberalizzati i brevetti per intervenire globalmente sulla pandemia. La formula del vaccino, però, non è la soluzione. Quella vera, piuttosto, è impiantare una catena di distribuzione, reperire le materie prime e soprattutto avere quella tecnologia necessaria per la produzione del vaccino stesso. L’Italia è un Paese in grado di fare tale lavoro. La nostra industria farmaceutica è un’eccellenza. Ritengo, quindi, che le nostre aziende non solo possano ricoprire il fabbisogno nazionale di vaccini, ma anche fabbricarlo per Paesi terzi, in particolare per quelli che non sono in grado, per motivi economici, di poterlo acquistare».
La burocrazia rischia, però, ancora una volta, di frenare lo sviluppo del Paese…
«Su questo punto la Lega e Matteo Salvini combattono ogni giorno. La burocrazia rallenta la crescita e in questo momento abbiamo bisogno di sviluppo e di impiegare le risorse europee al meglio e più rapidamente possibile. E’ indispensabile senz’altro semplificare e digitalizzare, nonché utilizzare tutti quegli strumenti che ci possono permettere di essere al passo con quei Paesi europei che sono più avanti di noi».
Una riforma fondamentale è quella della giustizia. La Lega intende dare un contributo?
«Senz’altro. C’è bisogno in primis di una giustizia più rapida. A chiederlo sono i cittadini. Sono troppi gli anni che ci vogliono per celebrare un processo e arrivare a una sentenza. Sicuramente è necessario mettere i magistrati in condizione di lavorare meglio, sia attraverso le strutture giudiziarie, che sono sempre più fatiscenti, sia tramite la digitalizzazione. Durante la pandemia è stato necessario snellire molte procedure e spero che questo modus operandi possa mantenersi nel tempo perché ciò accelera i processi e semplifica. Detto ciò, però, bisogna dire che ci sono molti magistrati onesti e che lavorano correttamente, ma allo stesso tempo è emerso dal libro di Palamara qualcosa che non va».
Cosa ne pensa del “sistema” descritto da Palamara?
«Non sono scandalizzata da tale situazione. La magistratura non può essere delegittimata perché altrimenti il Paese si ritroverebbe nel caos, ma allo stesso tempo serve urgentemente una sua moralizzazione in quanto i fatti denunciati da Palamara sono gravi e non si può non tenerne conto».
Ritiene utile una commissione d’inchiesta sui magistrati?
«La magistratura deve correggere sé stessa dall’interno. Non ritengo che la politica possa farlo. E’ un problema di natura costituzionale. Sono certa che ciò è possibile, perché la parte sana dei giudici non vede l’ora che si intervenga in tal senso e si ponga rimedio a questa situazione».
Facendo un punto sulle questioni politiche, quale ritiene sia il profilo migliore per guidare Roma?
«Non faccio parte di quel ristretto gruppo di parlamentari del centrodestra che si riuniscono per stabilire chi debba essere il candidato sindaco. Le ultime agenzie parlano di una persona della società civile, in grado di riunire ogni anima. Serve un profilo capace e pratico. A me piaceva molto la figura di Bertolaso perché è simbolo di attivismo e pragmaticità. Per Roma occorre qualcuno che sappia affrontare i problemi e risolverli. Si tratta, infatti, di difficoltà di ordine pratico e non di un qualcosa di impossibile da superare. E’ opportuno individuare chi sappia affrontare l’ordinarietà e non solo con capacità. In tal senso, quindi, non serve per forza un politico, ma chi riesce a organizzare, comprendere il contesto laddove opera e quindi intervenire».
Edoardo Sirignano
Bình luận