A giudicare dai toni dello scontro riferiti all’ultimo anno o più diffusamente anche al 2016, si pensava che al momento della salita a Palazzo Chigi del Movimento 5 Stelle come partito di governo, la vita di Mario Orfeo da direttore generale della Rai sarebbe stata quantomai breve.
Gli attacchi di Beppe Grillo, col primo dei tanti datato addirittura agosto 2014, hanno sempre mirato ad evidenziare un rapporto non certo idilliaco tra il telegiornale della rete ammiraglia e l’immagine che voleva esser data dell’allora “giovane” M5S. Il Tg diretto da Orfeo era stato successivamente dai grillini “Pd1”, per la spiccata propensione del tg, a dire del M5S, per la spiccata propensione al lealismo nei confronti del Pd o dei partiti di governo in generale del tempo.
Ora invece, tutti gli elementi sembrano indicare una tregua tra il dg Rai ed il Movimento 5 Stelle. Con la conseguenza che Orfeo potrebbe essere riconfermato nel ruolo di direttore generale o, nel peggiore dei casi, tornare a guidare il tg della prima Rete.
Oggi, nel frattempo, la Rai ha presentato a Milano i palinsesti per la stagione 2018/2019 ed Orfeo, apparso sereno, ha difeso sia la scelta di estromettere Massimo Giletti dalle domeniche Rai, sia quella di inserire Fabio Fazio nei palinsesti della prima rete con “Che fuori tempo che fa”. Orfeo si è così espresso sul conduttore ora in forza a La7 con “Non è l’arena”, a cui era stato proposto un programma, poi rifiutato, fino all’addio verso la rete di Cairo: “Giletti? Nessun pentimento. Anzi ne approfitto per esprimere solidarietà a Selvaggia Lucarelli, una collega giornalista e un volto di Rai 1 per quello che qualche domenica sera fa le è stato rivolto senza un contraddittorio”.
Secondo il dg Rai i dati dello share riferiti alla trasmissione dell’ex conduttore di Rai3 sono tali da giustificare la spesa di 410mila euro a puntata. “Un terzo di una normale fiction che andava in onda prima la domenica”, si difende appunto Orfeo.
A proposito di un ritorno di Giletti e Floris in Rai ha tagliato corto: “I palinsesti sono già chiusi e impacchettati”.
Alessandro Sticozzi
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