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Malan: “Berlusconi leader mondiale, a lui Putin chiederà se può fidarsi di Salvini”


Lucio Malan

“Il fatto che, dopo Papa Francesco e il capo dello Stato Mattarella, Putin tra le personalità politiche incontri, oltre al premier Conte e i due vicepremier Salvini e Di Maio, il presidente Berlusconi, è un’ulteriore grande conferma che Berlusconi resta l’italiano più rilevante dal punto di vista internazionale. Conferma il suo valore sulla scena mondiale, dopo che è tornato al parlamento europeo, dove con quasi 600.000 preferenze è l’italiano più votato che siede a Strasburgo. Putin chiederà a Berlusconi se di Salvini e del governo si può fidare? Non è irrealistico, visti anche i rapporti di profonda amicizia personale tra loro, che Putin ponga la domanda”. Lucio Malan, vicepresidente vicario di Forza Italia al Senato, parla del valore che assume la presenza di Berlusconi, dato da una certa vulgata da tempo sul viale del tramonto, cosa che peraltro avviene ormai da 25 anni da quando discese in campo, nel “quartetto” di alte personalità previsto dall’agenda del presidente della Federazione russa nella sua visita in Italia. Che anche stavolta ha voluto vedere l’“amico Silvio” prima di ripartire. Malan, berlusconiano di ferro, si toglie anche un sassolino dalla scarpa, con evidente riferimento alle polemiche di Giovanni Toti, che però non nomina, e a certe fibrillazioni dentro Fi: “Tutto questo dimostra che con le rottamazioni non si va mai lontani”.


Senatore Malan, quindi sarà di nuovo faccia a faccia Putin-Berlusconi. Che significato assume?

«Berlusconi è una delle pochissime personalità di livello europeo e mondiale. E per nostra fortuna è italiano. Il significato che riveste la figura di Berlusconi questo nuovo faccia a faccia con Putin su suolo italiano lo attesta. Le relazioni che Berlusconi ha a livello internazionale, il numero di preferenze avute per l’elezione al parlamento europeo, l’accoglienza avuta presso i vertiti del Partito Popolare Europeo indicano che tuttora è uno dei personaggi più rilevanti del nostro Paese. Anzi, il più rilevante dal punto di vista internazionale».


L’incontro avviene a poco meno di un anno fa, quando Berlusconi raggiunse Putin nella sua dacia in Russia.

«La relazione che c’è tra loro, al di là della carica rivestita è ormai quasi ventennale. Berlusconi è l’italiano più votato in Europa, Salvini ha preso più voti di lui, ma la sua era una candidatura di bandiera. Ma anche l’incontro con Putin dimostra che se un Paese sa dare il giusto prestigio alle proprie personalità è un vantaggio per tutti, al di là dell’appartenenza partitica. Quando, invece, si punta a rottamazioni, a far fuori i “vecchi” solo perché hanno più esperienza, non si va lontani. Come sta accadendo adesso».


Putin ha fatto un grande elogio a Berlusconi dalle colonne del “Corriere della sera”, riconoscendogli statura internazionale e il fatto che si sia sempre mosso “nell’interesse del suo Paese”.

«Ha avuto una grandezza, una visione da statista, mentre nel nostro Paese si fanno sempre prevalere le piccole rivalità interne rispetto alle esigenze dell’Italia. Ricordo che già nel ’94 i primi commissari europei che Berlusconi nominò furono Bonino e Monti, entrambi al di fuori del suo partito e dei partiti. Magari non si accontentano le tifoserie, ma così si fa il bene del Paese».


Di fronte al valore dell’incontro con Putin e al significato sul piano internazionale che la figura di Berlusconi riveste, non rischiano di apparire un po’ piccole e non molto comprensibili certe fibrillazioni dentro Forza Italia? Sarebbe necessario un livello di dibattito più consono?

«Dovrebbero prendere esempio dal presidente Berlusconi. Che ha sempre guardato all’interesse del paese, del movimento politico, cercando di andare al di là degli inutili personalismi. Perché se Berlusconi avesse perseguito il mero interesse personale, avrebbe avuto ben altre strade rispetto all’impegno politico a beneficio del Paese».


A Putin vengono fatte critiche per alcune sue dichiarazioni relative al liberalismo, alla democrazia rappresentativa. Come si conciliano le posizioni di Berlusconi?

«Sicuramente non condividiamo tutti gli aspetti dell’azione politica di Vladimir Putin. Ma sicuramente la situazione della Russia non è quella che abbiamo in Italia. In Russia, tranne quella breve primavera del 1917 rapidamente stroncata dai comunisti, non c’era mai stata la democrazia prima degli ultimi 25 anni. Per cui pensare di avere una democrazia di livello occidentale sarebbe bello ma non è possibile. Ma se pensiamo che in Italia abbiamo chi vorrebbe distruggere la democrazia rappresentativa con la riforma costituzionale del cosiddetto referendum propositivo, ecco a questo punto meglio Putin, che sta in qualche modo gestendo una transizione, di chi invece vorrebbe distruggere la democrazia in un Paese che è democratico dalla sua nascita, tranne la parentesi fascista».


Berlusconi ha più volte anche recentemente ribadito che la Russia fa parte dell’Occidente. E che il pericolo vero viene dalla Cina.

«La Russia ha tanti elementi in comune con l’Europa, con il mondo occidentale, bisogna evitare di schiacciare la Russia verso Oriente, a una collaborazione, al di là della sua volontà, con la Cina. Perché più la Russia viene esclusa dall’Occidente più si rischia di ottenere questo risultato, al di là della stessa volontà della Russia. La politica occidentale di conseguenza deve essere di apertura».


Putin ha ribadito che con “Silvio” non parla di politica interna. Ma è irrealistico immaginare che a Berlusconi potrebbe chiedere se di Salvini e di questo governo si può fidare?

«Mi sembrerebbe una domanda abbastanza naturale, tra due amici, quali loro sono. Il governo Conte ha sempre detto di essere contro le sanzioni nei confronti della Russia, ma vorrei ricordare che queste sanzioni vengono sempre decise all’unanimità e quindi significa che l’Italia ha sempre votato insieme con tutti gli altri Paesi. La posizione può essere comprensibile, per carità, sarebbe uno strappo forte. Resta il fatto che l’Italia ha votato insieme con tutti i più grandi anti-russi. Per cui mi sembra naturale da parte di Putin chiedere quale è la nostra politica estera. Perché, come dice Lucio Caracciolo, dare rispetto alla Russia e rispetto alla Cina un colpo qua e un colpo là per l’Italia significa rischiare di inimicarsi sia la Russia che gli Stati Uniti e nella contrapposizione tra Usa e Cina anche la Cina. Insomma, cosi a livello internazionale si resta tagliati fuori».


di Paola Sacchi

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