Le coste meridionali della Cina sono state colpite dalle raffiche del tremendo tifone categoria 5 Mangkhut. Coinvolta è anche la popolosissima città di Hong Kong, i cui grattacieli hanno subito gravi danni causando un centinaio di feriti. I venti hanno raggiunto i 117 km/h ed è in vigore il massimo stato di allerta e mentre le autorità cercano di soccorrere i feriti e mantenere l’ordine i rappresentanti governativi parlano di 111 feriti. Ai civili sono state date specifiche indicazioni per evitare ulteriori incidenti: è necessario che i cittadini rimangano chiusi nelle proprie case per evitare di essere colpiti da detriti o oggetti. Per quanto riguarda i mari l’acqua si sarebbe alzata di circa 3 metri e mezzo. Cancellati oltre 800 voli dall’aeroporto internazionale, costringendo a terra 100.000 passeggeri.
Il tifone era già passato dalle filippine in precedenza dove il bilancio delle vittime accertate è salito a 64, la maggior parte delle quali sono dovute a frequenti frane causate da piogge torrenziali. I feriti ammontano a 33 e i dispersi a 45. Soprattutto nell’isola filippina di Luzon i danni provocati dal tifoni a edifici, alberi e infrastrutture sono estremamente critici. Delle vittime fanno parte 40 cercatori d’oro accampati in una baraccopoli nei pressi di una miniera nel nord del paese che sono stati sepolti da fango e pietre.
Nonostante la potenza di Mangkhut stia diminuendo i danni potrebbero essere ancora disastrosi: si tratta della tempesta più violenta dell’anno, in tutto il mondo.
Niccolò Lumini
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