Lo scontro su sicurezza e giustizia sta portando il governo alla paralisi. Tra Di Maio e Salvini, la luna di miele, o sarebbe più corretto dire la pace armata, è finita. I colpi di fioretto hanno lasciato il posto alle bordate. Per Lega e 5Stelle sta diventando una convivenza forzata che rischia di saltare da un momento all’altro. Solo l’assenza di una opposizione capace di essere una alternativa credibile è l’unico fattore di forza che tiene insieme questa maggioranza claudicante. A fare le spese di tale incertezza è il programma di governo, che piaccia o no, ha subito una battuta d’arresto. Si procede con operazioni spot, come il confuso progetto di salvataggio di Alitalia, il cambio ai vertici dell’Agenzia Spaziale, o il siluramento di quelli dell’Anas. Si sente la mancanza di una strategia di governo, di una traiettoria precisa e le decisioni sono il frutto dello strattonamento ora da parte della Lega ora dai 5 Stelle. Ecco quindi che si sono impantanate le grandi opere infrastrutturali e pure si allontana il traguardo per i provvedimenti cardine del governo quali la riforma delle pensioni con quota 100 e il reddito di cittadinanza.
Restano in sospeso questioni sensibili come la risposta che deve essere data alla lettera di Bruxelles entro il 13 novembre e, i timori per le banche. La manovra rischia di essere il bersaglio delle rappresaglie ora dei leghisti, ora dei grillini, nelle forche caudine del Parlamento. Il reddito di cittadinanza e quota 100 sono principale dei contenuti operativi. Ovvero, ci sono solo i titoli, manca il modo per declinarli. Luigi Di Maio ha promesso un decreto «magari a Natale o subito dopo», il premier Giuseppe Conte ha parlato di un'entrata in vigore delle norme «nei primi mesi» del 2019. I tecnici sono al lavoro per far rispettare queste scadenze, che però già si vede dalle dichiarazioni, sono sfalsate. Ma a pesare sui tempi sono le fibrillazioni politiche sulle quali i tecnici possono fare ben poco. La Lega potrebbe inserire il provvedimento sulle pensioni con un emendamento alla manovra mettendo altra distanza con i 5 Stelle che resterebbero indietro sul reddito di cittadinanza. Un altro punto di vantaggio per Salvini che, vero stratega del sorpasso, continua ad erodere consensi al Movimento.
di Laura Della Pasqua
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