Può un rapporto lungo più di vent’anni, quale è quello tra Forza Italia e Lega, fatto di tante battaglie politiche portate avanti spalla a spalla, capace di resistere agli scossoni e ai “tradimenti” tipici della bagarre istituzionale, in grado di proporre un asse solido e compatto nel corso degli anni, vedere sfumare tutto questo a causa di divergenze nei rispettivi vertici? E in che modo è possibile rilanciare questo connubio che, soprattutto nelle regioni del centro nord, ha rappresentato e rappresenta una realtà ormai indissolubile e reciprocamente compenetrata per non correre il rischio di veder crollare un’alleanza che muterebbe sensibilmente i rapporti nel centro destra italiano, sia da un punto di vista nazionale che locale? A questo e altro abbiamo tentato di rispondere con l’aiuto del deputato di Forza Italia, nonché responsabile regionale in Abruzzo per l’organizzazione degli azzurri, Antonio Martino, un “unicum” nelle elezioni del 4 marzo che hanno segnato, almeno su scala nazionale, il sorpasso del partito di Matteo Salvini nei confronti di Forza Italia, capace di vincere nel collegio uninominale a L’Aquila con un consenso molto ampio (42%).
Onorevole Martino, partendo dalla vicenda abruzzese del candidato leghista Bellachioma, passato dall’annunciare una competizione tra i vostri due partiti per le elezioni autunnali a una brusca “inversione a U”, in seguito alle parole concilianti del Sottosegretario Giorgetti, esiste ancora davvero una coalizione di centrodestra?
«Credo che la coalizione sia sentita maggiormente tra le persone piuttosto che tra qualche dirigente che, forse peccando di inesperienza, tenta di estremizzare la situazione. Qualche giorno fa abbiamo commentato che se la Lega vuole correre da sola contro Forza Italia, che è il primo partito in Abruzzo dopo le elezioni del 4 marzo, accetteremo la sfida, ma l’ideale ai blocchi di partenza sarebbe avere un centrodestra unito, una soluzione senza dubbio vincente. Ho letto con piacevole stupore l’intervista del candidato leghista Bellachioma in cui, prendendo spunto dalle parole di Giorgetti di qualche giorno fa, prevedeva la possibilità di tornare insieme. Forza Italia vuole e deve tornare a essere assoluta protagonista»
A tal proposito, c’è aria di cambiamenti nel partito fondato da Silvio Berlusconi: quali novità possiamo aspettarci?
«Da settembre partirà una vera rivoluzione tecnologica che seguirà quella del cambiamento di alcuni vertici del partito, si pensi al rinnovamento annunciato dal vicepresidente Antonio Tajani. Daremo vita a una nuova piattaforma di partito con la possibilità di tesseramento via app. Saremo i primi al mondo a permettere un tesseramento tramite dispositivo informatico, nemmeno i 5 Stelle sono arrivati a tanto. Probabilmente il momento di difficoltà, soprattutto mediatica, ci sta dando la forza per preparare una risposta. Il 60-70% dei deputati dell’ultima legislatura sono al primo mandato, ci sono molti volti nuovi e in particolare molti giovani, sia alla Camera che al Senato Forza Italia ha dato un decisivo impulso al cambiamento. È normale che rispetto al Movimento 5 Stelle o alla Lega, che nelle precedenti elezioni aveva preso poco più del 3%, Forza Italia abbia una storia politica diversa e sia un partito più strutturato e quindi giudicato con un occhio diverso. Ritengo che ci siano tutti gli elementi, sia all’interno che all’esterno del partito, per dare una risposta forte e coesa»
L’Abruzzo potrà quindi giocare un ruolo decisivo in questo processo di rinnovamento?
«Senza dubbio, siamo una terra di gente concreta, di gente che costruisce e non distrugge e che ha sempre una visione positiva e propositiva. Basti pensare a quanto successo oggi a Genova (il crollo di un ponte autostradale, ndr) per capire come al cambiamento, all’onestà o a problemi di natura nazionale come può essere quello del flusso di migranti occorra innanzitutto anteporre le competenze e le capacità. Forza Italia ha in sé tutte queste componenti e ritengo sia fondamentale per la Lega poter contare su una classe dirigente professionale e sempre all’apice per quanto riguarda la competenza, indispensabile per un progetto di Paese. Sono fiducioso che il centrodestra ritrovi la sua unità»
Alla luce di ciò secondo lei il dietrofront della Lega in Abruzzo è dovuto a queste componenti che trovano maggior risalto in un partito come Forza Italia, maggiormente strutturato e dalla storia politica più radicata nel Paese, nonostante i numeri a livello nazionale abbiano visto il sorpasso del partito di Salvini?
«Diciamo che è un rapporto di reciproco interesse e necessità. Al di là del fatto che dopo le elezioni del 4 marzo, alla prima tornata amministrativa abruzzese che si è svolta a Teramo, noi come Forza Italia abbiamo preso il 20% e la Lega il 6%, io auspico un Forza Italia forte e una Lega forte, perché se la battaglia è tra di noi la somma resterà sempre la stessa, se invece torniamo a correre come un’unica forza allora vinciamo tutti. Trovo inutile e dannoso il lavoro di sminuimento da ambo i lati. Due partiti forti che rappresentano due visioni distinte ma conciliabili del centrodestra possono rappresentare un punto di forza assoluto per il Paese»
Se ipoteticamente si prospettassero nuove elezioni politiche anticipate, chi sarebbe il candidato premier, Matteo Salvini o un esponente di Forza Italia, magari il Cavaliere Silvio Berlusconi?
«Il presidente Berlusconi ha istituito un metodo relativo alle precedenti elezioni e credo che ci atterremo a quello. Il candidato che uscirà meglio dalle elezioni avrà la guida del centrodestra. Se, come è stato per il 4 marzo, dovesse essere Salvini, rispetteremmo senza dubbio la parola data e gli consentiremmo, nell’ambito della coalizione, di formare un governo. Comunque c’è da tenere in conto che i sondaggi valgono un po’ come le futures in economia. Sono una scommessa, capire da qui a quando ci saranno nuove elezioni chi sarà avanti è un azzardo, per tanto ritengo che l’attenersi a delle regole di base, come già facciamo, possa essere la migliore soluzione»
Per quanto riguarda le “preoccupanti derive” grilline paventate da Berlusconi da parte della Lega, pensa che possano essere un deterrente anche per il futuro?
«Penso proprio di no. Specialmente al Nord dove la Lega vive di economia reale, lavoro e sviluppo e di persone che rappresentano istanze reali del territorio. Se la Lega dovesse sconfinare in posizioni vicine all’attuale partner di governo, non credo che tutta quella schiera di elettori intraprenderebbe questo percorso politico. Già sul decreto dignità, sulla questione del contratto a termine e su altre tematiche che toccano sensibilmente l’elettorato, c’è stata un’opera da parte della Lega mirata a portare i 5 Stelle su posizioni diverse. Non penso che la Lega possa rinnegare il suo percorso di centrodestra e le sue posizioni liberali che la accomunano a Forza Italia. Il presidente Berlusconi ha dato la possibilità a Matteo Salvini di formare questo governo ma non significa che legittimeremo la presenza di posizioni di “sinistra mascherata”»
di Alessandro Leproux
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