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“Matto dalle gare” Stefano Fugardi un asso delle corse in moto ma ai giovani dice: «Andate piano»



“Matto dalle gare” si chiama, con un gioco di parole, il suo sito Internet, perché lui, Stefano Fugardi, è quello che è, cioè un ragazzo che ama correre con la moto, ma Stefano vuole lanciare un avvertimento importante per chiunque usi la macchina e, ovviamente, anche la moto, la sua passione e la sua vita da sempre: «In strada, quando si guida, bisogna stare attenti e bisogna avere mille occhi. Io non amo guidare, né la moto né l’automobile. In ogni caso, ai giovani consiglio sempre di mantenere prudenza e attenzione quando si trovano al volante». Il campione che non ti aspetti è quello che ti dice di andare piano, in macchina. Stefano Fugardi (classe 1994, romano) è così: tutto meno che uno spericolato, su strada. Almeno che nella vita ‘normale’. Quando, cioè, non gareggia e coltiva i suoi hobbies. Per il resto, ovviamente, Fugardi è quello che è: un asso della moto.


Stefano, come è nata questa passione?

«Mio padre era un pilota e mia madre lavora nel mondo delle corse. Ho vissuto a pane e motocicletta sin da bambino».


A quando risale il tuo esordio? E dopo quali e quanti trofei hai inanellato?

«L’esordio risale al 2007, quando ho fatto la mia prima gara e ho iniziato a correre davvero nella “Polini Italian Cup”. Nel 2008 ho vinto il trofeo nazionale Mini GP Conti Cup, nel 2009 il rookies Roadster Cup e sono arrivato secondo assoluto nella Roadster Cup 600.

Nel 2010 sono stato secondo assoluto nella Under Honda Hornet Cup e secondo nella gara del Trofeo Metrakit 125. Nel 2011 ho finito al terzo posto il trofeo Honda CBR 600F Cup e nel 2012 terzo nella Rookie Honda CBR 600RR Cup. Poi, nel 2013 e nel 2014, sono arrivati altri importanti piazzamenti nella Honda CBR 600RR Cup e sono arrivato terzo nel Trofeo del Centauro 600 STK. Nel 2015 sono arrivato settimo nella CBR 600RR Cup al mio ultimo anno con le 600. Nel 2016 il salto di categoria con le 1000 e ho finito al nono posto nella Yamaha R1 Cup e nel 2017 sempre nono sempre nella Yamaha R1 Cup. Nel 2018 ho partecipato alla 24h di Le Mans (Endurance World Championship 2017/2018), e come WildCard nell’European Superstock 1000 di Misano, come nel 2017. Nel 2018 inoltre ho iniziato la mia avventura con il team GSM di Andrea Grillini partecipando alla famosissima 24 del Bol d’Or (Endurance World Championship 2018/2019) in sella alla Suzuki GSX-R 1000».


Ma quanto pesa l’allenamento e in cosa consiste?

«Il mio studio della moto e di come affrontare la corsa è quotidiano e non riguarda solo la corsa in sé, ma anche l’allenamento fisico, che è difficile. Comporta chilometri di corsa a piedi, di allenamenti in palestra, di prove sull’asciutto e sul bagnato. La gente, anche gli appassionati, forse non lo sanno, ma andare in moto è una vera fatica, dietro c’è tantissimo impegno anche fisico».



E nel tempo libero cosa fai?

«Ho una ragazza e molti amici che mi seguono e mi aiutano anche nella preparazione delle corse. Faccio una vita normale e coltivo i miei hobbies, che riguardano sempre lo sport, dalla corsa a piedi alla mountain bike».


Il 12 dicembre, a Montecarlo, ci sarà un evento importante che ti riguarda. Di cosa si tratta?

«Ci sarà la presentazione del team con il quale parteciperemo al Campionato del Mondo Endurance, gare che vedranno impegnato me e il mio team in gare di 24 ore con tre piloti che, a partire da me, faranno otto ore di corsa a testa».

Non resta che augurarti il più classico degli ‘in bocca al lupo!’ caro Stefano.


di Ettore Maria Colombo

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