Guai a parlare di caduta dei Titani, ma per la prima volta da settembre anche il ministro degli Interni Matteo Salvini perde qualche colpo in termini di indici di gradimento. A certificarlo il sondaggio condotto da Euromedia Research, l'osservatorio di ricerca politico-sociale e di mercato, che con il suo “Minister Monitor” stila periodicamente l'indice di gradimento delle figure governative. E così, come mai accaduto da quando è vicepremier, anche il leader dei leghisti conosce il segno meno davanti alla sua, seppur ancora corposa, percentuale. Con un abbondante 50,5 (meno 2,7% rispetto a settembre 2018) il capo del Viminale resta saldamente in testa tra gli uomini del Presidente, ma i recenti turbamenti dettati dal nodo Tav e dalla vicenda personale che lo vede indagato per sequestro di persona per i fatti della Diciotti hanno certamente influito. Se a queste si aggiunge il malcontento di qualche leghista di vecchia data, preoccupato dalle mediazioni sin troppo concessive nei confronti dei 5S su temi quali l'autonomia delle regioni del Nord est, reddito di cittadinanza e il rischio blocco per le grandi opere infrastrutturali, la pur leggera flessione è ampiamente spiegabile. La strada verso le elezioni Europee di maggio resta comunque spianata e Salvini si avvia ad affrontarle forte di un consenso popolare alle stelle.
Chi invece deve piangere miseria sono i grillini: l'ultimo sondaggio certifica un crollo verticale dei consensi attorno al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, e anche qui il nodo Tav, con la sua sponsorizzatissima analisi costi/benefici, ha mietuto vittime. Il ministro bersagliato per le sue ripetute gaffe sconta addirittura una perdita di 14,8% in fiducia che lo colloca al quartultimo posto della classifica con un coefficiente di 25,2 punti. Non sorride nemmeno l'altro vicepremier Di Maio, anche lui in progressiva caduta, giunto al sesto gradino con 34,3 punti (meno 8,2% dall'ultima rilevazione). A tallonarlo il leghista Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e del Turismo, settimo in graduatoria, che compensa un leggero calo (meno 1,7%) dell'indice di fiducia con un notevole incremento dell'indice di notorietà (+7,6%) grazie alla maggior esposizione mediatica in seguito al caso scoppiato in Sardegna sul prezzo del latte. Tra conferme e lievi cali che non spostano sostanzialmente nulla, emerge la figura del ministro per la Pubblica Amministrazione, la leghista Giulia Bongiorno, che conosce un incremento del 2,6% che la colloca al secondo posto, dietro a Salvini, con un solido 49 come punteggio. Anche il ministro dell'Economia Giovanni Tria scende sensibilmente nell'indice di gradimento (meno 4,6%), ma recupera grazie alla notorietà con un sorprendente +9,1%. A contendersi il ruolo di fanalino di coda sono tre ministri in quota 5Stelle: penultimi a pari merito troviamo Alberto Bonisoli, ministro per i Beni Culturali e le Attività Culturali e Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia Diretta, entrambi a quota 23,9 e rispettivamente in calo fiducia di -3,2% e -2,8%. Chiude i conti il ministro per il Mezzogiorno Barbara Lezzi, la meno amata di questo governo, con 20,2 punti e un calo di 5,5%.
di Alessandro Leproux
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