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Mirko Di Gianvito: «Ho portato Amatrice a Roma perché la mia cittadina è ancora macerie»


Le macerie accatastate in strada, le case disabitate e la disperazione di chi ha perso tutto. Amatrice, dopo oltre due anni dal devastante sisma che l’ha rasa al suolo, è ancora lì, come addormentata sui cumuli di pietre. In un sonno dal quale i suoi abitanti vorrebbero svegliarsi. Non riescono a farlo da soli, sono come i bambini che chiedono l’aiuto dei genitori per alzarsi dal letto perché hanno paura di cadere. Quel genitore a cui chiedono aiuto è lo Stato, ma finora risposte non ne sono arrivate. E quando ci si sente soli c’è chi si appiattisce su se stesso, sperando che cambi qualcosa, e chi decide di reagire. La rinascita di Amatrice, per Mirko di Gianvito, parte da Roma. Dal quartiere Africano, da dove il giovane imprenditore ha deciso di mandare un messaggio di speranza. Lui, originario di Sant’Angelo, una delle frazioni più colpite dal terremoto, ha deciso di portare un pezzo della cittadina nella nella zona Trieste-Salario, aprendo il bar “La Rinascita”, di fronte al ristorante “La Piccola Amatrice” che la sua famiglia porta avanti dal 1984. La Rinascita non solo nel nome, ma anche nel logo, la torre civica di Amatrice, uno dei pochissimi edifici scampati al sisma.


Mirko, a Amatrice c'è la possibilità di aprire nuove attività?


«Amatrice non sta risorgendo, si lavora solo d'estate e un po' nel week end, ma durante la settimana non c'è nessuno. Il mercato è fermo, non c'è gente».


Perché i turisti non tornano ad Amatrice?


«Ancora ci sono le macerie che stanno togliendo piano piano. Troppo piano. La sensazione è che non ci sia la voglia di sbrigarsi, quella che al Nord ha portato ad avere le casette di legno in pochi mesi. La stessa cosa che sta succedendo a Genova, dopo il crollo del ponte: tante parole e pochi fatti».


Insomma precise responsabilità istituzionali. Nessuno ha provato a fare qualcosa?


«Il sindaco Sergio Pirozzi aveva provato a mettere detrazioni fiscali per i primi due anni, ma il governo Gentiloni a suo tempo aveva chiarito che lo sconto non sarebbe stato totale, quest'anno le imprese godranno solo del 39% dello sgravio».


Con queste premesse aprire un'attività a Amatrice è veramente difficile, ma la sensibilità di Mirko c'è, come dimostra il nome del suo bar: "La Rinascita".

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