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Moavero vola a Tripoli: proseguono i lavori sull'asse Italia Libia


È atterrato da poco a Tripoli, accompagnato da una delegazione della Farnesina, il ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero Milanesi che incontrerà in giornata i vertici del governo libico riconosciuto dall'Onu per discutere e perfezionare gli accordi in ballo su temi quali l'immigrazione, la lotta al traffico di esseri umani e quella contro il terrorismo.


L'Italia, per mezzo dell'operato congiunto del Viminale e del ministero delle Infrastrutture, ha sottoscritto un'intesa di collaborazione con le autorità libiche, in particolare la Guardia Costiera, con l'impegno di fornire imbarcazioni e motovedette necessarie per una migliore vigilanza delle coste da cui partono il maggior numero di richiedenti asilo.


Nell'agenda del viaggio istituzionale di Moavero c'è l'incontro con il presidente Fajez Serraj e con il vicepremier Ahmed Maitig, fino a ieri a Roma per un colloquio privato con Salvini, oltre che con il suo omologo agli Esteri Taher Siala e con il presidente dell'Alto Consiglio di Stato Al Meshri. Ad annunciare il viaggio "a sorpresa" è stata la Farnesina per mezzo di un tweet: «Obiettivi della missione: sostegno dell'Italia a legittime Istituzioni libiche, centralità dialogo politico e di riconciliazione nazionale ONU, partenariato strategico (economia, sicurezza, flussi migratori)». L'operazione diplomatica in corso fra Italia e Libia prosegue dunque dopo l'incontro di fine giugno fra Salvini e Maitig. Nel summit si parlerà anche di come l'Italia possa contribuire nella formazione di personale specializzato a contrastare il fenomeno dell'immigrazione irregolare, specialmente per arginare l'opera degli scafisti in accordo con le società criminali che li finanziano. Prevista anche la riapertura di un dialogo su temi economici, volti a creare un asse fra Europa e Nord Africa con l'obiettivo di far ripartire il sistema libico, ormai nel caos in seguito alla caduta di Gheddafi di fine 2011, quando il Paese fu spezzato in due con la nascita del governo di Tripoli, riconosciuto dalle Nazioni Unite e quello dei ribelli capitanati dal generale Haftar, con sede a Tobruk.

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