Fiammetta Modena, senatrice di Forza Italia e consigliere regionale in Umbria, in un’intervista esclusiva a Spraynews, interviene sulla discesa in campo di Luca Palamara alle prossime suppletive nel collegio romano lasciato libero dai 5 Stelle, sulla riforma della giustizia e sull’importanza dei referendum.
Condivide la decisione di Palamara di correre alle politiche?
«Ritengo sia una scelta personale. Noi abbiamo letto la vicenda Palamara più che altro perché ha aperto tutta una riflessione profonda sulle problematiche legate al Csm, alla magistratura. Mi è indifferente, quindi, se scende o meno in politica».
Al momento ha deciso di schierarsi sotto un simbolo civico. Il centrodestra potrebbe sostenere l’ex togato?
«Avremo un nostro candidato in quel collegio. Non mi è sembrato, però, che al momento ci fosse un’intenzione di questo genere».
Sarebbe favorevole a sponsorizzare tale profilo?
«E’ una decisione che spetta ai vertici dei partiti che compongono la coalizione, non certamente a me».
L’autore del Sistema, però, non è un militante, piuttosto un profilo nuovo della società civile, più volte invocato dagli stessi leader della coalizione conservatrice…
«Palamara non fa parte della società civile. E’ un uomo che ha fatto politica nell’ambito della magistratura. La sua vicenda è emblematica. Detto ciò, non so quale tipo di contributo possa dare in ambito politico».
Cosa ne pensa, invece, del risarcimento danni richiesto a lui e Sallusti dall’avvocatura dello Stato?
«Pur non avendo letto le carte, ma avendo ascoltato Sallusti in televisione e letto gli interventi di Tajani, sembra che l’avvocatura dello Stato abbia chiesto dei danni per la pubblicazione del libro. Questa cosa, così come l’hanno spiegata, pare abbastanza incredibile. L’avvocatura dello Stato dovrebbe valutare cose ben diverse, cioè la costituzione come parte civile, aspetti di questo tipo, non certamente censurare opere. Ogni volta allora che un politico scrive un libro dovrebbe pagare i danni».
Sono giorni caldi per la riforma della giustizia. Apprezza il lavoro del ministro Cartabia?
«Sono stata molto contenta del fatto che si sia arrivati finalmente a un punto. Questione sostanziale della riforma era raccogliere e realizzare gli obiettivi concordati con la Commissione Europea, come quelli relativi alla riduzione dei tempi della giustizia e naturalmente anche alla necessità di avere quanto prima un processo veloce, giusto ed equo. La parte più importante della norma è quella penale, approvata in prima lettura alla Camera e di cui pochi hanno parlato, ovvero quella che attiene tutta una serie di interventi per abbreviare i tempi. La politica, invece, ha parlato moltissimo della prescrizione, ma il punto fondamentale è che stiamo discutendo di una riforma fatta sulla base delle esigenze e degli impegni che l’Italia aveva preso con il Recovery Fund. Da questo punto di vista sono soddisfatta perché quello che si doveva fare è stato fatto».
Sosterrà i referendum sulla giustizia?
«Forza Italia sta raccogliendo le firme sia per quanto riguarda i referendum sulla giustizia che quello relativo alla riforma del fisco. Bisognerà, poi, vedere i quesiti e da lì partirà la campagna vera e propria».
Secondo alcuni, però, il tema della giustizia, a partire dalla riforma del Csm, non sarebbe stato affrontato nella sua interezza…
«Prima la questione dei referendum, poi bisognerà vedere quanto emerge dal lavoro parlamentare. Non mi sembra, comunque, sia scomparsa la riforma del Csm dai radar. Si tratta, piuttosto, di questioni che vanno in parallelo ad altre. Noi di Forza Italia certamente restiamo molto attenti su tali problematiche».
E' sorpresa che pure all’interno della sinistra, stia passando di moda l’ondata giustizialista?
«No! Berlusconi in un certo senso compattava. Nel momento in cui quest’esigenza è venuta meno perché quanto una sentenza ha costretto, in modo illegittimo, il nostro leader ad abbandonare il Senato, tutto il sistema che ruotava intorno a questo gruppo è imploso. Stiamo parlando, infatti, di persone che si ritrovavano solo perché contro qualcuno. Tutto l'odio, col passare degli anni, ha dimostrato dei limiti e non mi meraviglia, quindi, che anche all’interno del centrosinistra certe posizioni siano state riviste».
Di Edoardo Sirignano
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