Intervista esclusiva a Monica Cirinnà, Senatrice del Partito Democratico
“Ai Capigruppo donna va tutto il mio plauso, ma la parità di genere è un’altra cosa”
Senatrice #Cirinnà, l’iter della legge Zan contro l’#omostransfobia e le violenze di genere si è arenato nella Commissione Giustizia del Senato. Mi aiuta a capire?
La spiegazione è semplice. Lega e Fratelli d’Italia non vogliono questa norma. L’avevano già ostacolata nella scorsa legislatura. L’hanno nuovamente ostacolata alla Camera, senza riuscirci ed ora, avendo dalla loro il Presidente della Commissione Giustizia, insistono per non inserirla nel calendario della Commissione.
Una legge tenuta in ostaggio?
È contra legem. È un bullismo parlamentare. È un’operazione squadristica perché tu puoi votare contro, ma non impedire che la Commissione e l’Aula discutano. Visto che non sentono ragioni, bisognerà investire direttamente la Capogruppo centrale e, possibilmente, anche la Presidente del Senato. Le regole sono regole e devono valere per tutti.
Lei dà, quindi, ragione alla cantante Elodie, che ha esplicitamente accusato la Lega di comportamento indegno e di omotransfobia?
Assolutamente sì. Elodie ha tutte le ragioni del mondo.
Secondo lei, la nomina delle nuove Capigruppo del Pd al Senato e alla Camera Simona Malpezzi e Debora Serracchiani risolve la questione della parità di genere nel Pd o è solo un passo avanti?
La parità di genere è un’altra cosa non solo in politica, ma ovunque. La #paritàdivagenere esisterà in Italia quando avremo la parità di retribuzione. Quando avremo la parità di accesso a tutte le professioni con annessa parità salariale. Non è, quindi, solo la nomina delle due Capigruppo donna di un partito, che ovviamente approvo e plaudo, ma l’uscita da una cultura patriarcale che l’Italia non ha ancora fatto e che dovrà fare?
Qualcuno, anzi qualcuna, a proposito delle Capigruppo appena nominate, ha però, obiettato che se, all’origine c’è la decisione di un uomo, non si può parlare di parità di genere…
Sarà sempre meglio di niente, non trova. Del resto, come diceva Napoleone, il Generale combatte con i soldati che ha.
Lei è da sempre molto sensibile al tema della povertà. La pandemia ha gettato, nonostante i sostegni, molte famiglie nella disperazione…
Proprio ieri abbiamo votato l’assegno unico per i figli. Un assegno che si rivolge a tutte le famiglie in difficoltà. Quelle in cui si verifica una cosa tristissima e drammatica: la povertà minorile. Che non è solo la povertà dei bambini esclusi da un’adeguata e corretta alimentazione. È la povertà educativa. La povertà di chi non può continuare a imparare con l’insegnamento a distanza perché la sua famiglia non hai i soldi per acquistare un computer. Il nostro è un provvedimento che va incontro a tutte le famiglie con dei bambini. I bambini hanno il sacrosanto diritto a non rimanere irrimediabilmente indietro. Quello dell’assegno unico è un provvedimento, che è costato molta fatica e che è stato condiviso al di là di ogni steccato ideologico e di ogni pregiudizio. Un provvedimento destinato alle famiglie al plurale, aperto quindi alla pluralità delle forme di vita familiare presenti nel nostro Paese. È un passo avanti, non scontato, nella direzione di una vera uguaglianza.
di Antonello Sette
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