La notizia rimbalza come un pallone di cuoio bagnato in una stanza foderata di gomma piuma, senza risalto né particolare attenzione mediatica. Eppure Francesco Palese e Lorenzo Lo Basso, professione giornalisti, hanno quest'oggi recapitato presso la Procura di Roma una denuncia per «manipolazione dei mercati» ai danni dei Commissari Ue Pierre Moscovici e Günther Oettinger. Secondo la tesi sostenuta dai due, infatti, i faccendieri di Bruxelles sarebbero i responsabili, o almeno corresponsabili, dello schizzare in avanti, tanto repentino quanto sospetto, di quello spread che toglie il sonno a governanti e governati. Con «dichiarazioni rese alla stampa (non quindi comunicazioni ufficiali come il loro ruolo istituzionale imporrebbe)», secondo quanto si legge nella denuncia, fatte «a mercati aperti» e che «hanno manifestamente modificato l’andamento degli stessi, incidendo in modo significativo sulla fiducia e l’affidamento che il pubblico pone della stabilità patrimoniale di banche e gruppi bancari, alterando contestualmente il valore dello spread italiano», Moscovici e Oettinger avrebbero quindi volontariamente e dolosamente alterato la percezione di investitori e mercati sulla manovra economica portata avanti dall'Italia ben prima che la relazione della stessa giungesse, almeno in via ufficiale, nelle mani dell'Europa. Una bocciatura premeditata, quasi a prescindere, che molti hanno visto come un tentativo di stop alla politica italiana, democraticamente eletta, più che ai suoi tentativi di portare in essere quella rivoluzione fiscale promessa in campagna elettorale. «Lo spread che incide sui risparmiatori italiani» si legge ancora nella denuncia «è infatti cominciato a salire. Si consideri che a fine Settembre era sul livello di 240 punti mentre è cominciato a salire vertiginosamente unitamente alle dichiarazioni dei due funzionari».
Nella denuncia fatta dai due giornalisti vengono inoltre citati diversi episodi riferiti a comunicazioni fatte dai Commissari ad organi stampa, al di fuori delle loro mansioni di segugi del rigore austero che tanto piace a Bruxelles. La denuncia, cui difficilmente seguirà un'azione esecutiva, ha comunque lo scopo di far emergere anche l'altra faccia della realtà, quella che l'Europa disconosce e che cerca in ogni modo di calpestare e mistificare relegandola ai deliri sovranisti e antieuro: c'è chi dice no e lo fa con coscienza, con le armi che il diritto e la legge mettono a disposizione, in maniera pacifica e legittima, lontano da quegli scenari da guerra civile (o da regime) invocati proprio da quel Moscovici che, a detta dei denuncianti, con quel terrorismo verbale, tenta di ignorare o estremizzare.
Sarà un caso, ma proprio poche ore prima dell'avvenuta denuncia alla Procura di Roma, il Commissario francese ex ministro dell'Economia nel governo Hollande era stato suo malgrado destinatario di un altro singolare evento. Protagonista questa volta l'eurodeputato della Lega Angelo Ciocca che, in evidente protesta contro quanto appena proferito da Moscovici nella conferenza stampa a Strasburgo che sanciva la bocciatura ufficiale della legge di bilancio italiana da parte della Commissione Ue, aveva visto bene di levarsi una scarpa (rigorosamente made in Italy) e simbolicamente calpestare le carte contenenti il discorso del Commissario. Un gesto "violento" nella sua portata metaforica, ovviamente subito ripreso e ricamato per svilirlo della sua reale natura, ovvero la conferma che i tempi in cui la Commissione parlava e gli altri eseguivano in silenzio e a capo chino sembrano tramontati.
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