Una giostra di opere suggestive sono le protagoniste della mostra "Colori e forme del lavoro. Da Signorini e Fattori a Pellizza da Volpedo a Balla" (Palazzo Cucchiari, Fondazione Giorgio Conti) a Carrara dal 16 giugno al 21 ottobre 2018.
Lo sguardo spazia dalla pittura Macchiaiola attraverso il Verismo e le suggestioni simboliste fino ai primi segni delle avanguardie.
Ne sono testimoni Fattori, Morbelli, Signorini, Pellizza da Volpedo (presente con un grande disegno preparatorio del "Quarto Stato") ed ancora altri fino a un caleidoscopico Giacomo Balla pre-futurista.
Il tema permette di documentare in pittura il profondo rinnovamento tematico e formale del movimento realista e verista italiano nel periodo successivo all'unificazione, tenendo inoltre presente lo sfondo sociale e le trasformazioni culturali della "nuova Italia".
Le immagini del popolo diventano sia motivo di denuncia sia causa di suggestioni poetiche. La figurazione dell'arte italiana si affolla di gente comune: poveri, contadini, anziani e lavoratori nelle loro differenti espressioni di umiltà e bisogno ma anche di rivendicazione della propria identità, poi affrancamento, rabbia, infine protesta e lotta.
Il mondo del lavoro ottocentesco viene declinato nelle sue varianti (contadino, marinaro e fluviale, domestico, commerciale, minerario, manifatturiero ) e nelle conseguenti condizioni sociali (sfruttamento, emigrazione). Una sezione è dedicata anche alle arti liberali che rappresentavano la base formativa dell'Uomo libero.
Non può mancare a Carrara -luogo millenario deputato fin dall'epoca romana all'estrazione del marmo- una sezione dedicata al pesante lavoro nelle cave Apuane.
di Carla Piro
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