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Nasce l'associazione "Cittadini! La rivoluzione liberale", un movimento per combattere il M5S


Singoli cittadini, personalità e associazioni: in circa 200 si sono incontrati a Roma, nelle sale dell'Hotel Esposizione, in via Nazionale, per battezzare la nascita di un nuovo soggetto dell'agone politico, pronto a dare filo da torcere all'attuale alleanza di governo.

"Cittadini! La rivoluzione liberale" vuole farlo dall'interno. Ci ha spiegato come Gianfranco Passalacqua, portavoce del comitato promotore di "Cittadini!", avvocato di Cassazione e già consigliere giuridico di Sandro Gozi, quando era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni.


Avvocato Passalacqua, l'incontro a Roma è stato un momento importante pensando ai futuri appuntamenti politici. Che cosa è "Cittadini! La rivoluzione liberale"?


«C'è stata l'assemblea fondativa di un movimento che ha come obiettivo di costruire una casa che oggi manca a un pezzo di società italiana, che non è rappresentata nello scenario partitico e politico. I due capisaldi che caratterizzano l'iniziativa sono la valorizzazione del protagonismo civico, l'affermazione di una nuova via di cittadinanza, intesa come responsabilità nei processi decisionali: non più delegare passivamente ma essere protagonisti delle decisioni che ci riguardano direttamente; e poi la valorizzazione delle competenze e dei meriti. Abbiamo anche tre elementi caratterizzanti: civismo come emersione di protagonismo della società reale; la competenza che per noi è valore non astratto; l'impegno liberale. Siamo un movimento di chiara matrice e ispirazione liberale europea, da cui la fortissima vocazione europeista con tutto ciò che comporta, cioè l'esaltazione delle libertà individuali e l'attenzione al rapporto tra cittadino e potere pubblico col rispetto delle libertà individuali. Mettendo insieme queste caratteristiche riteniamo di rappresentare questo pezzo di società che ora è abbandonato a se stesso, che non è il solo ceto medio ma anche le nuove professioni e quella società creativa estranea ai processi decisionali. Pensiamo all'economia delle start-up: un pezzo di mondo escluso dai circuiti della conoscenza oltre che delle decisioni. Siamo ancora un mondo molto attento agli effetti corporativi».


Avvocato, è impossibile non notare, nel nome, il richiamo alla formazione spagnola "Ciudadanos". Un richiamo voluto?


«Infatti. Tutto è collocato in una visione liberale in senso moderno, che si lega a fenomeni e iniziative affermatesi in Europa come Ciudadanos e altre realtà, come i verdi tedeschi o "En Marche" di Macron in Francia. L'intento è stato raccolto, tanto che ci siamo dati appuntamento a fine febbraio per completare la fase costituente con la nascita del soggetto "Cittadini! Rivoluzione liberale" con la nascita, in questi due mesi, di mille circoli territoriali e abbiamo insediato 11 tavoli di lavoro su temi che riteniamo centrali per il futuro prossimo dell'Italia e scadenze importanti come le elezioni europee, come ad esempio su sicurezza, giustizia, riforme, ambiente e sviluppo, digitalizzazione e smart economy. Temi che riteniamo centrali e strategici».


Obiettivo ambizioso quello dei mille circoli territoriali e dei tavoli di lavoro. Ma chi si è detto interessato a tutto questo?


«Ad animare e alimentare i tavoli abbiamo chiamato eccellenze dei vari settori come, ad esempio, Giulia Ghia e Tommaso Strinati nel settore culturale: Ghia è una manager culturale, storica dell'arte e fa parte dell'Istituto Centrale del Restauro, insegna tra Italia e Stati Uniti e fa parte del consiglio d'amministrazione di Villa Giulia; Strinati è uno storico dell'arte che insegna all'Accademia delle Belle Arti a Roma e ha esperienze particolarmente significative di poli museali anche internazionali. E poi sul tavolo della giustizia Paola Balducci, consigliere uscente del Consiglio Superiore della Magistratura; erano anche invitati all'assemblea fondativa Sandro Gozi, presidente dell'Unione dei Federalisti Europei; Eugenio Patanè, consigliere Pd alla Regione Lazio; Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Einaudi».


Per provare a fare una sintesi, avete visto il Pd vittima del Movimento 5 Stelle, di un movimentismo che ha un'attenzione particolare a tutte le cose di cui mi ha appena parlato e che identificano la vostra azione. Il vuoto riempito dai 5 stelle ha drenato molti voti al Pd, anche se in molti si stanno pentendo, e voi volete riappropriarvene.


«Non siamo competitivi rispetto al Pd, ma rispetto ai 5 Stelle: ci vogliamo caratterizzare per competenza, cultura e merito, quello che manca a loro. Siamo la risposta non rancorosa ai pentastellati, l'Italia ha bisogno di un rasserenamento anche nel confronto politico. Abbiamo la consapevolezza che sia necessario ristabilire un rapporto con chi vive il quotidiano, evitare lo scollamento vissuto dai partiti tradizionali, tale che il cittadino medio ha votato i 5 Stelle in automatico, più che un voto di protesta insomma».


Chiarite le vostre origini e i vostri intenti, c'è da aggiungere qualcosa sui vostri prossimi appuntamenti.


«Abbiamo appena insediato questi undici tavoli di lavoro che produrranno una serie di proposte che saranno offerte al dibattito pubblico e diverranno il nostro programma per l'Italia. Contemporaneamente ci sarà la nascita di questi mille comitati cittadini in tutta Italia; un obiettivo ambizioso, lo so. Noi stiamo interpretando questa esigenza di rappresentanza e abbiamo avviato un processo che sicuramente avrà anche altri protagonisti, con cui ci troveremo insieme a un tavolo con alcuni punti fermi tra cui le elezioni europee, per noi decisive. E noi ci saremo, nelle forme che riterremo in questi mesi più opportune. In Europa siamo nel fronte liberale, insieme a "Ciudadanos" e "En marche". Movimenti nati perché fette importanti di cittadini ed elettorato non trovavano la loro rappresentanza. Noi vogliamo arrivare alle elezioni europee con contenuti chiari come la semplificazione dell'intervento dell'azione pubblica, la valorizzazione dell'immenso patrimonio culturale e di eccellenze che ha l'Italia e la modernizzazione; temi trascurati dalla legislazione e dal dibattito pubblico quando invece c'è sempre più necessità d'intervento e disciplina. C'è parecchio da fare, sappiamo di non essere autosufficienti ma sappiamo anche che il nostro apporto non è sufficiente ma necessario. E non possiamo negare che molte delle persone e delle associazioni presenti al'assemblea fondativa sono realtà di centrosinistra, ma come condizione al loro impegno hanno messo quella di mantenere l'assoluta autonomia rispetto alle vicende del Pd».


Da più parti dicono che siete il futuro partito di Renzi. E' solo gossip o c'è qualcosa di vero?


Sandro Gozi alla presentazione di "Cittadini!"

«Il movimento nasce come esperienza civica, ci riteniamo estranei al dibattito interno al Pd, che rispettiamo ma siamo al di fuori di quella dinamica. Parlare dell'ex Presidente del Consiglio è il frutto di un sillogismo: ci sono, io Passalaqua, poi Gozi e altri, quindi arriverà anche Renzi. Che oggi in Italia ci sia la necessità di coprire uno spazio politico è un dato di fatto, chi non se ne accorge è perché non vuole farlo. In politica i vuoti si occupano. Che questo vuoto riguardi anche chi aveva visto in Matteo Renzi il suo interprete è altrettanto evidente. Chiarito questo, che è oggettivo, il fatto che noi nasciamo collocandoci in questo spazio rende quasi fisiologico e scontato il sovrapporre le vicende. Io da liberale laico penso che ci sia un processo in cui noi siamo stati anticipatori, l'abbiamo detto un paio di mesi fa; ma il processo non riguarda solo noi. Io ipotizzo che in questo processo possa starci anche quel mondo che in Renzi continua a riconoscersi».


di Paolo dal Dosso

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