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Nasce l’osservatorio per combattere fake news e disinformazione


Prende vita l’osservatorio italiano dei media digitali. L’hub, teso a rafforzare la lotta europea alla disinformazione e presentato in mattinata presso la sala delle colonne della Luiss, avrà il compito di contrastare la disinformazione e in particolare le fake news. Il neonato network collaborerà con le istituzioni europee e vedrà protagonisti importanti attori del mondo della comunicazione e dell’informazione.


Ad aprire i lavori, moderati da Gianni Riotta, direttore Luiss Data Lab, è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che si congratula con chi ha deciso di far partire anche in Italia un’attività di monitoraggio così importante: «E’ a rischio una corretta informazione, alla base dei principi di cittadinanza democratica. Un uso strumentale dell’informazione genera confusione. Si tratta di fenomeni che possono inquinare i processi elettorali e avere un impatto in termini di politica internazionale. Dobbiamo guardare a queste dinamiche non solo per i problemi che pongono, ma anche per le opportunità che ne derivano. A partire dalla campagna vaccinale, ad esempio, investire maggiormente in tale campo, avrebbe potuto aiutare a capire meglio il rapporto tra rischi e benefici».


Un ruolo da protagonista nella neonata rete sarà svolto dalla Rai. A ribadirlo è l’amministratore delegato Carlo Fuortes: «La qualità dell’informazione, così come il controllo delle fonti e l’imparzialità sono stati da sempre pilastri per la nostra azienda. Nell’hub italiano contro le fake news, non potevamo non esserci. Durante la pandemia, abbiamo svolto un lavoro positivo, che deve continuare e non può morire così». Allo stesso tempo, sottolinea l’importanza di utilizzare le risorse del Pnrr e investirle maggiormente nel mondo della sicurezza telematica: «E’ un pilastro di quell’idea più generale che riguarda la rivoluzione digitale ed ecologica per uno sviluppo sostenibile».


Per il gruppo Gedi-La Repubblica, rappresentato da Stefania Aloia, «tutti dovrebbero collaborare a combattere le false notizie. Solo così si può recuperare terreno sul deficit della credibilità dei media. E’ una sfida da cui non può sentirsi escluso nessuno». Per l’ex ministro della Giustizia e vice presidente della Luiss Paola Severino, invece, «la pandemia ha contribuito alla crescita dell’utilizzo del web, che ci ha dato grandi possibilità e libertà, ma allo stesso tempo ha posto un prezzo da pagare, che purtroppo è composto da hackeraggio, fake news e campagne di comunicazione troppo aggressive, che non corrispondono alla realtà. E’ dovere di ciascuno fare in modo che tutti utilizzino i social e i nuovi strumenti di comunicazione, in modo corretto, sapendo che offrono grandi possibilità, ma ci espongono a numerosi pericoli».


Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Tim, pertanto, «conferma come la sua azienda metterà a disposizione le proprie tecnologie per controllare cosa si diffonde nella rete. Troppi sono i finti utenti che la invadono, così come chi guadagna deve prendersi responsabilità nel diffondere i contenuti, che non vuol dire censurare, ma filtrare, proprio come oggi fa un direttore di un giornale, che risponde per quello che scrive e pubblica. Le fake news non nascono oggi, ma certamente ora si diffondono più velocemente rispetto al passato e quindi serve fermarle».


Giuseppe Moles, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, infine, conclude sottolineando come l’hub non solo rappresenterà «un motivo d’orgoglio per il Paese, ma un qualcosa di utilissimo pure nel sociale, a partire dalla lotta al bullismo in rete o all’istigazione alla violenza. Non a caso il Governo non ha intenzione di fermarsi e tramite tavoli tematici continuerà a confrontarsi sul tema. Solo in questo modo si potrà essere al passo con l’Europa e con il mondo».


Di Edoardo Sirignano

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