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Natale tra innovazione e tradizione, sulla tavola il Pandoro Melegatti fa il miracolo



Un mix di tecnologia e tradizione, abbigliamento e alimentari. La frenesia degli acquisti dell’ultima ora, con le conseguenti file ai negozi e per le strade cittadini, oscilla tra i due poli della tradizione consolidata e dell’innovazione. Anche se la spesa online si sta affermando continua a resistere il gusto per lo struscio tra le vetrine e sotto le luminarie.

Secondo le rilevazioni di Confcommercio alimentari e giocattoli sono in testa, ma sono in ripresa dopo anni di flessione gli e-book e la musica digitale. Gran richiesta per gli abbonamenti a piattaforme streaming. Sempre di più gli acquisti sul web: 1 su 2 compra online. Se da un lato i regali della tradizione si confermano ai primi posti tra le preferenze dei consumatori, come generi alimentari (74,2%), giocattoli (51,1%) e capi di abbigliamento (46,5%), la tendenza 4.0 fa sì che nella lista dei regali entrino anche prodotti come gli e-book, la musica digitale, gli abbonamenti alle piattaforme di streaming e le card digitali, sottolinea Confcommercio.


Sotto l’albero molti italiani troveranno anche trattamenti di bellezza (37,9%) e biglietti per concerti e spettacoli (32,3%); resistono smartphone, gioielli, giochi elettronici, viaggi; in calo calzature, elettrodomestici e articoli sportivi. Continua l’escalation degli acquisti online che vede sempre più italiani ricorrere al web per effettuare i regali di Natale: quest’anno saranno infatti ben il 50,8% (nel 2009 erano solo il 3,8%); aumentano anche gli acquisti effettuati nei mercatini (19,2% contro il 18,1% dell’anno scorso); la prima metà di dicembre rimane il periodo più gettonato per fare i regali (il 53,9%), ma aumenta la quota di chi preferisce anticipare la ricerca del regalo nel periodo dal 16 al 30 novembre (sono il 22,3% contro il 20,3% del 2017), anche approfittando delle campagne scontistiche come Black Friday e Cyber Monday. E per quanto riguarda gli alimentari, nella disfida tra panettone e pandoro quast’anno è stato premiato quest’ultimo. In particolare quello Melegatti che dopo il perdiodo di crisi nera, con il rischio della chiusura, ha venduto ben 500 mila pezzi. Clienti sono arrivati da tutto il Veneto nello spaccio aziendale a San Giovanni Lupatoto.


I primi dolci della rinascita industriale sono stati prodotti da terzisti, in altri stabilimenti, ma la nuova proprietà ha raggiunto l'obiettivo di essere presente in alcune catene nella grande distribuzione, oltre che nello spaccio aziendale e nel temporary shop in centro a Verona. "Il resto l'ha fatto la gente", ha commentato il governatore del Veneto Luca Zaia.

Dichiarata fallita lo scorso 29 maggio, l'azienda è stata rilevata all'asta per 13,5 milioni di euro dal gruppo vicentino della famiglia Spezzapria. Una parte del merito del ritorno in pista di Melegatti va agli “angeli del lievito”, Matteo Pesaro e Davide Stopazzoni, due dipendenti che anche quando lo stabilimento era chiuso, senza percepire stipendio o rimborsi, hanno continuato ogni giorno a nutrire il lievito madre, che dev'essere coltivato quotidianamente, ed è alla base dei dolci. "Sono due eroi. Parliamo veramente di un tesoro e di qualcosa di unico - dice il presidente di Nuova Melegatti, Giacomo Pezzapria -, che forse ha anche più di 124 anni di storia, perché probabilmente esisteva già prima della fondazione della ditta, utilizzato da Domenico Melegatti nella sua prima pasticceria".

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