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Nell'epoca dello sradicamento globale la riscoperta del valore delle radici



“Si sedes non is”, se non siedi vai. Questa frase è incisa su un monumento nascosto tra le rovine al centro di Piazza Vittorio a Roma. Non una frase. Un'esortazione alla ricerca.

Nascoste tra i rovi, abbandonate, giacciono le colonne antiche. I legni intarsiati sul soffitto di una Chiesa d’improvviso crollano e si sgretolano per sempre. Sul Monte Albano, sacro per i latini e per i romani, da chilometri si possono vedere grandi antenne che penetrano la roccia fino nelle viscere. Tutto sembra incedere lentamente verso lo sgretolamento.

Vicino a noi le radici scompaiono o così sembra. Il passato sparisce e ci sentiamo mancare il terreno sotto i piedi. Le parole “identità” e “orientamento” perdono il loro significato trasformandosi in lettere disanimate, lontane dalla quotidianità.


Possiamo restare seduti e guardare le radici scomparire dalla nostra memoria oppure, come indica la scritta incisa sulla porta di Piazza Vittorio, possiamo alzarci e procedere. Verso dove? Alla riscoperta del mondo antico, di tutto ciò che ci ha preceduto e che ci appartiene profondamente. Possiamo procedere per tornare a conoscere chi siamo e da dove veniamo. Possiamo camminare e incontrare nuovamente i miti immortali, i padri della patria, i santi e i cavalieri, i contadini e le donne forti come la roccia che hanno disegnato la forma del nostro destino. Tutto questo e tanto altro è raccontato ne “Il valore delle radici” testo di Andrea Moi edito da “Passaggio al bosco”. Un testo che parla della forza delle origini, al tempo dello sradicamento globale. La scritta sulla porta magica di Piazza Vittorio, “Is non sedes is”, è palindroma. Da qualunque direzione la si legga il significato rimane lo stesso.

Se non siedi vai. E allora iniziamo questo cammino alla scoperta delle nostre radici. Che sono, e rimangono, la roccia ove costruire il nostro futuro. Il libro verrà presentato presso la Camera dei Deputati martedì 16 aprile 2019 alla presenza dell’autore, Andrea Moi, Alessandro Giuli (Giornalista), Emanuele Merlino (Storico) e Paolo Quadrozzi (Giornalista).

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