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Nencini: «Pd e 5 Stelle da soli non possono battere i sovranisti»



Riccardo Nencini, presidente del Partito Socialista Italiano, in un’intervista esclusiva rilasciata a Spraynews, a margine della conferenza programmatica del suo partito, che ha visto la partecipazione dei vari big del centrosinistra, chiarisce come Lega e Fratelli d’Italia non possono essere battuti dal solo Partito Democratico con i 5 Stelle.


Nencini, basta il solo asse tra Pd e M5s per abbattere i sovranisti?


«Mi sembra che la linea originaria del rapporto tra Pd e 5 Stelle stia piano piano tramontando. I sovranisti si battono con una condivisione di tutto il riformismo italiano. Non è esclusiva di questo asse a due».


Cosa ne pensa dell’attuale segretario dei dem Letta, troppo aperto nei confronti della sinistra?


«E’ una persona responsabile, profondamente europeista».


Come pensate di riorganizzarvi in vista delle prossime politiche, andrete avanti con lo storico simbolo o state pensando a qualcosa di nuovo?


«L’ipotesi alla quale stiamo lavorando oggi è creare un blocco socialista, democratico, liberale. Questa è la strada per rendere competitivo tutto il centrosinistra, in un rapporto col Partito Democratico».


Come mai in altri Paesi, con tradizioni più recenti rispetto a quella italiana, questo simbolo ha percentuali ancora importanti, mentre in Italia possiamo dire che non riesce a sfondare?


«Portiamo ancora le stigmate del 92-93 e aggiungo nella globalizzazione, nell’economia digitale, le forze tradizionali della sinistra devono trovare ancora un modus vivendi e di interpretare i fattori decisivi del cambiamento».


Negli ultimi giorni, abbiamo assistito a un vero e proprio scontro interno al M5s. Si ritrova di più con le posizioni di Conte o con quelle di Grillo?


«Di quest’ultimo non condivido niente. E’ la prova vivente di quello che diceva Ralf Dahrendorf, le rivoluzioni sono tristi perché vengono sempre meno ai programmi rivoluzionari che si sono date. Conte l’ho sostenuto alcune volte e altre meno. Ho sempre votato contro la fiducia ai provvedimenti di Bonafede, contro la riforma della scuola dell’Azzolina e ne vado particolarmente fiero».


L’ex premier potrebbe essere un suo alleato futuro?


«Dipende da quello che succederà nel Movimento 5 Stelle».


A breve si andrà al voto per le amministrative. Che risultato pensate di ottenere?


«Saremo presenti, intanto, in tutte le città chiamate alle urne con il nostro simbolo, come succede a Milano o in alleanze socialiste e liberal-democratiche. In molti casi i voti socialisti saranno decisivi per guadagnare le città per il centrosinistra».


In passato è stato protagonista alle primarie. Hanno niente a che vedere con quelle di oggi?


«Il solo punto in comune è che si tratta di primarie. Diciamo che dieci-quindici anni fa c’era una spinta decisamente superiore a questa e non soltanto perché oggi stiamo in emergenza pandemica».


Perché c’è poca partecipazione?


«C’è il Coronavirus, ma c’è soprattutto il dovere di ripensare in un mondo cambiato i principi ispiratori della sinistra. Quest’ultima è giusto che si dedichi ai diritti civili. Le parla un socialista che ha difeso la legge sul divorzio, l’aborto e quant’altro. L’attenzione, quindi, oggi deve essere portata ai grandi temi che creano maggiore povertà in quasi tutti i Paesi. Questo è il punto da affrontare con più decisione».


Su questi argomenti potrebbe ritrovarsi una sinistra ormai da un bel po' divisa?


«E’ il mio auspicio».


Di Edoardo Sirignano

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