Da giorni il corpo stava decomporsi in quella casa con un fetore talmente insostenibile che i vicini, preoccupati, hanno infine lanciato l’allarme. Gli agenti della municipale e i vigili del fuoco, accorsi sul luogo dal quale proveniva il disgustoso olezzo, forse non si aspettavano di trovarsi di fronte il cadavere di un uomo, steso vita sul suo letto nella propria camera nell'appartamento Ater, nel rione Gretta di Trieste.
La polizia ha arrestato il coinquilino, un novantenne che era rimasto a vivere lì con il corpo del defunto, nonostante questi fosse in avanzato stato di decomposizione.
Gli inquirenti, in seguito ad alcuni accertamenti hanno potuto appurare in maniera inequivocabile, come tra la vittima e l'indagato fossero insorti da tempo numerosi dissidi che molto spesso sfociavano in vere e proprie liti alquanto violente. La vittima è stata uccisa nel sonno, accoltellata al petto e alla gola in posizione supina e non sono stati rilevati segni di colluttazione né di effrazione. Il corpo era stato coperto da alcuni vestiti forse non soltanto per occultarne l’orribile vista, ma anche probabilmente in un maldestro tentativo di evitare che l'insopportabile odore di putredine si diffondesse.
L'ultima lite tra i due uomini, sentita dai vicini di casa, sembra compatibile con il giorno dell'omicidio, coadiuvata dall'acquisto di farmaci per curare ferite da taglio alla mano sinistra dell’omicida in data 8 agosto quindi, in seguito al sopralluogo, gli agenti hanno trovato un grande coltello da cucina, nascosto sopra uno dei pensili della cucina, e scarpe con notevoli tracce di sangue.
La follia estiva, il disagio della solitudine e chissà quali altre difficoltà nel vivere hanno ancora una volta condotto alla furia omicida persone comune, troppo dimenticate sino all’estremo e insano gesto finale.
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