“Non è protesta né proposta: è solo dimostrazione di imbecillità evidentemente reiterata”. Così il console italiano a Basilea, in Svizzera, Pietro Maria Paolucci, commenta le scritte anarchiche comparse stanotte sui muri della sede diplomatica. Le parole si trovano su Internet, sul suo profilo Twitter, postate alle 3.44 del mattino. Praticamente, qualche minuto dopo che gli slogan fatti con vernice spray sono apparsi sul perimetro di cinta del palazzo battente bandiera tricolore. In zona ci sono telecamere di sorveglianza. Ma i vandali le hanno messe fuori uso accecandole con le bombolette. E non sarebbe la prima volta. Pare che lo stesso metodo sia stato usato anche la notte tra il 25 e 26 febbraio scorso. In quell’occasione il messaggio (in tedesco) firmato dai presunti anarco-insurrezionalisti diceva: “Terrorista è lo Stato”, prendendosela pure col ministro dell’Interno Matteo Salvini”. Ora il senso è lo stesso: “Liberi tutti gli anarchici”, “Stato terrorista”.
GLI ANARCHICI ORGANIZZANO LA GRANDE MARCIA
Basilea non è un obiettivo casuale. Per gli investigatori il clima si starebbe scaldando. In Svizzera, sabato prossimo è previsto un raduno dalle 13 a Basammlung (a sud di Basilea) e partenza un’ora dopo per Claramastte (nella città tanto cara al filosofo cinquecentesco Erasmo da Rotterdam) dove si terrà una manifestazione sostenuta anche dai gruppi anarchici elvetici. Si protesterà per la recente morte del prigioniero politico Zulkuf Gezen nella prigione turca di Tekirag, sul Mar di Marmara, dov’era rinchiuso dal 2007 condannato all’ergastolo. Era entrato in sciopero della fame illimitato per protestare contro l’isolamento a cui viene sottoposto il leader curdo Abdullah Ocalan.
IL BOLLETTINO DI GUERRA INSURREZIONALISTA
Gli investigatori tengono d’occhio i movimenti in ambiente anarchico, sia all’estero sia nello Stivale. In ogni occasione gli insurrezionalisti hanno dimostrato (e hanno quasi sempre rivendicato) di agire in risposta solidale al gesto di qualcun altro fatto altrove. Sui siti insurrezionalisti, dove compaiono rivendicazioni giudicate attendibili dagli esperti delle forze dell’ordine, è un bollettino di “guerra urbana: “1° marzo 2019: due auto bruciate a est di Monaco di Baviera. Distruzione totale”.
“Austria, 6 marzo: incendiato un veicolo dell’azienda che trae profitto dal sistema di deportazioni, consegnando cibo spazzatura ai centri di deportazione”. “Ucraina, Kiev, 12 marzo: attacco al tribunale. Il giorno prima, noi – gli anarchici di Kiev - abbiamo tenuto un’azione di solidarietà per i compagni detenuti a Mosca”. E l’elenco continua.
IN ITALIA RESTA L’ALLARME
In Italia? Gli attacchi di solidarietà anarchica non mancano. Specialmente dopo il 26 febbraio, a seguito degli arresti di sette presunti anarchici eseguiti da polizia e carabinieri del Ros perché ritenuti appartenenti a una cellula insurrezionalista nell’area di Trento, in Trentino Alto Adige. E anche in rifermento all’inchiesta Scripta Manent di Digos e Procura torinesi. Ci sono stati attentati a Cremona, Cagliari, Pinerolo (Piemonte), Milano, Venezia, Rovereto (Trentino Alto Adige), Roma e Civitavecchia. L’attenzione resta alta.
di Fabio Di Chio
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