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Omicidio Willy, parla l'avvocato Ferrandino: "le parole della madre siano di insegnamento e monito"


Prosegue il processo per la morte del giovane Willy Monteiro Duarte, ucciso di botte da quattro amici guidati dai fratelli Bianchi a Colleferro.

Spraynews ha discusso in esclusiva della vicenda con l'avvocato Massimo Ferrandino, legale di una delle parti civili, il Comune di Artena.


Buongiorno Avvocato Ferrandino, perché il Comune di Artena ha deciso di costituirsi come parte civile?


Perché su tutti i media uscì la notizia che la banda di Artena aveva commesso questo efferato delitto, quindi si ledeva il buon nome di questa piccola cittadina e dei suoi abitanti che sono persone squisite, perbene, genuine, con imprenditori seri. Così il Sindaco ha deciso di costituirsi parte civile, allo stesso modo di quelli di altri comuni.

Quindi quante sono le parti civili in questo processo?

Siamo in quattro: la famiglia dello sfortunato Willy, il Comune di Palliano dove risiedeva, quello di Artena che dove hanno la residenza dei quattro imputati e quello di Colleferro dove è avvenuto il delitto.

Nell'udienza di ieri si è capita qual'è la strategia difensiva degli imputati. Lei come la commenta?

Come un maldestro tentativo di scaricabarile. Ognuno degli imputati ha addossato le colpe agli altri, non assumendosi nessun tipo di responsabilità. I fratelli Bianchi ad esempio hanno dato tutte le responsabilità del calcio letale al Pelleggia.

Ripeto, un maldestro tentativo, e fuori tempo massimo, perché tipico degli anni sessanta, quando era possibile in questi casi l'assoluzione per insufficienza di prove, che però temo per gli imputati non farà breccia in questo processo.

Sembra in effetti poco credibile, alla luce di tutto ciò che è stato raccolto dagli inquirenti, che si possa arrivare ad una sentenza che non sia di condanna.

Ovviamente non possiamo fare previsioni, ma posso dirle una cosa: in questo processo c'è stato un lavoro straordinario di tutto l'ufficio del Pubblico Ministero (che in questo caso sono due PM molto in gamba), ma anche dell'Arma dei Carabinieri che ha svolto un lavoro incredibile, eccezionale, certosino, scrupoloso.

Ricordiamo anche che il tutto è avvenuto a pochi metri dalla stazione dei carabinieri di Colleferro, dove il comandante della stazione è sceso a soccorrere il povero Willy proprio nei momenti appena successivi all'aggressione. Quindi i carabinieri sono intervenuti quasi nell'immediatezza. Se avessero potuto saperlo, facile immaginare che intervenendo pochi istanti prima avrebbero potuto salvare Willy. Putroppo era impossibile, ma veramente sono stati eccezionali.

Anche a livello di indagine, l'ufficio del PM ed i carabinieri hanno cristallizzato in tutte le loro sfaccettature anche i minimi dettagli di questo caso: vanno davvero fatti i complimenti a tutti. Il medico legale Professor Grande poi è stato straordinario come sempre (lo ho avuto anche in altri processi, come quello Cerciello): il suo lavoro è scrupoloso a livelli altissimi. Adesso ascolteremo e controesamineremo con la massima scrupolosità i testimoni della difesa, ma grazie a tutte queste persone penso che possiamo essere sereni sull'andamento del processo.

Ho ascoltato le dichiarazioni della madre di Willy, e ho trovato straordinario sentirle dire che non è lei che deve perdonare i fratelli Bianchi, ma sono loro a doversi perdonare. Penso che quella donna sia veramente un grande esempio di coraggio e dignità.

Lei ci ha dato una lezione di vita veramente incredibile. Non so questa donna dove abbia trovato la forza di poter trovare quelle parole, mostrandosi molto più lucida di tutti noi. Soprattutto perché alcuni momenti del processo sono stati, mettendosi nei panni di una madre, veramente crudi, persino terrificanti, soprattutto nella ricostruzione del medico legale sulla morte del figlio. Ma è riuscita a reggere e a trovare anzi parole così profonde che veramente ci devono fare riflettere, devono essere monito ed insegnamento per tante persone.

Lei è una madre che ha amato suo figlio all'inverosimile ma allo stesso modo è riuscita a trovare delle parole non direi di comprensione, perché quella lei la terrebbe per un momento successivo, ma comunque di apertura nei confronti di quattro imputati che ancora non si vogliono prendere le responsabilità che lei, come madre della vittima, giustamente vorrebbe si assumessero.

Da questo punto di vista, cosa ci insegna secondo lei questa storia?

E' una storia dove convivono l'orrore più terribile, ma anche una grande bellezza ed esempi positivi, attraverso il comportamento di Willy, di sua madre, ma anche dei carabinieri con il loro lavoro.

Secondo lei gli imputati riusciranno a fare un giorno quello che la mamma di Willy vorrebbe non per lei ma per loro, cioé fare presa di coscienza, ammettere le proprie responsabilità e perdonarsi?

L'intimo umano è foriero di tante novità quotidiane, quindi è purtroppo difficile rispondere a questa domanda. Ad oggi c'è stato solamente uno scaricabarile che non va certo in quella direzione.

Uno degli interventi più dibattuti riguardo a questo delitto è stato quello condiviso da Chiara Ferragni che addossava la colpa alla cultura fascista del nostro paese. Lei condivide questa analisi o la rigetta?

Io penso e spero che quella cultura sia seppellita ormai da settant'anni. Non credo che in questo caso c'entri qualcosa la matrice fascista, ma piuttosto una piega che da dopo la pandemia ha portato, me lo lasci dire, ad un imbarbarimento dei giovani.

Io ho la sensazione che tra baby gang e giovani esagitati che possono commettere delle imprudenze o degli atti crudeli come quello successo a Willy ci stiamo avviando, e spero di sbagliarmi, verso un declino poco consono al nostro paese, che invece è fatto di solidarietà, comprensione ed indulgenza.

Di Umberto Baccolo.

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