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Ora l'Europa fa anche il sindaco: bloccato sgombero del campo nomadi Camping river a Roma



Non bastavano i rimbrotti sui conti, o le tirate d'orecchie sui migranti. Non erano sufficienti le lezioni di umanità o quelle di civiltà, ora l'Ue mira evidentemente a creare una nuova figura istituzionale, il sindaco europeo che agisca in nome di Bruxelles in territori sotto l'ipotetica, a questo punto, sovranità degli Stati membri. L'ennesima provocazione giunge da Strasburgo, dalla Corte europea per i diritti dell'uomo che con una sentenza sulla vertenza promossa dall'associazione 21 Luglio, in favore dei rom prossimi allo sfratto dal "Camping River" di Roma, ha bloccato i lavori di sgombero e richiesto con urgenza al Comune di fornire documentazione dettagliata di quali alloggi alternativi e quali proposte di inserimento e integrazione sono stati sottoposti agli abitanti del campo nomadi.


Un ennesimo schiaffo alla sovranità nazionale italiana e al lavoro che faticosamente i sindaci di tutta la penisola stanno affrontando per riportare la legalità nelle loro strade e limitare al minimo possibile la presenza di questi poli in cui la civiltà è sospesa in un limbo di degrado e violazione delle norme internazionali sui diritti delle persone. Non ha perso tempo nemmeno il ministro degli Interni Matteo Salvini, che ha ovviamente un peso specifico di primo ordine nella questione e che, evidentemente stufo dei continui inserimenti dell'Europa negli affari italiani, ha sbottato: «Ci mancava il buonismo della corte europea per i diritti dei rom». Chi invece è con l'acqua alla gola da quando occupa la poltrona in Campidoglio è il sindaco romano Virginia Raggi, accerchiata dai continui problemi di una capitale che casca letteralmente a pezzi e che, tra un inciampo tra una buca e l'altra, cerca in ogni modo di tenere il punto e tirare dritto come se nulla fosse. «Da oltre un anno gli operatori di Roma Capitale stanno mettendo a disposizione un ampio ventaglio di strumenti: misure di sostegno all'inclusione abitativa, misure di sostegno all'inserimento lavorativo e alla formazione, progetti di auto recupero, misure volte a favorire l'iscrizione anagrafica, misure volte a consentire il rientro volontario assistito correlate a progetti di inserimento socio-lavorativo nel Paese di provenienza, percorsi finalizzati a garantire la frequenza scolastica dei bambini». Si difende così il primo cittadino romano, che nel frattempo, in attesa dell'incontro proprio con il vicepremier leghista, incassa il rimprovero del Capo del Viminale sulla condizione di Roma in materia di campi rom e gestione degli "illegali": «A Roma la situazione sui rom è un casino totale, con migliaia di presenze: il mio obiettivo è arrivare a zero campi rom, con le buone maniere, educatamente, rispettosamente, ma arrivare a quota zero». non certo il prologo migliore per un incontro in cui mettere nero su bianco le strategie di cooperazione tra governo e capitale, che non è ovviamente una città come le altre.

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