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Pace fatta tra Salvini e Baglioni ma la De Santis se ne infischia del ministro e non si scusa



Ma ora che il vice premier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha fatto ufficialmente pace con Claudio Baglioni, conduttore e dittatore artistico del Festival di Sanremo, il direttore di Rai Uno, Teresa De Santis, chiederà scusa per le sue improvvide, e non richieste, parole nei confronti dell’artista? Sul caso, all’indomani delle dichiarazioni del cantante sulla politica dei governi, non del governo in carica, nei confronti degli immigrati, era intervenuta anche la neodirettrice di Rai Uno: «Sono solo canzonette, o almeno dovrebbero esserlo, una settimana di grande cerimonia di svago e spettacolo nazionale. Invece, e non solo per responsabilità di Claudio Baglioni, sono state trasformate nel solito comizio», aveva affermato l’ex giornalista del Manifesto. Ora la ritrovata “pax” si colloca nell’alveo di questo input: a pochi giorni dall’apertura del Festival sia il ministro che il conduttore hanno voluto fare un passo indietro per lasciare spazio, appunto, alla canzone italiana. Toni cordiali dopo botta e risposta polemico. Sottolineato, nei giorni scorsi, dal silenzio dei 5 Stelle che sulla vicenda non erano intervenuti, guardandosi bene dall’avallare le parole della Santis o dallo sconfessare Baglioni. E il “chiarimento” tra l’artista e il ministro, grazie ad una telefonata tra i due dai toni cordiali, ha messo l’"incidente" alle spalle. A beneficio dei distratti giova ricordare l’origine della querelle, ovvero le frasi del direttore artistico del festival di Sanremo che durante la conferenza stampa di presentazione dell'evento aveva criticato le misure adottate in tema di migranti dall'attuale governo e dai precedenti, ritenute “non all'altezza della situazione”. «Se la questione fosse stata presa in considerazione anni fa, non si sarebbe arrivati a questo punto», aveva detto Baglioni, aggiungendo anche che: «Ci sono milioni di persone in movimento, non si può pensare di risolvere il problema evitando lo sbarco di 40-50 persone, siamo alla farsa». Il ministro non aveva gradito e via Twitter era arrivata la risposta piccata: «Canta che ti passa, lascia che di sicurezza, immigrazione e terrorismo si occupi chi ha il diritto e il dovere di farlo». Ieri la pace. E ora c’è solo da aspettare le scuse della De Santis, la quale, senza averne né titolo né qualifica, era entrata in un campo non suo. Ma quando si fa un mestiere per mandato politico e non certo per altre ragioni capita questo ed altro…


di Alberto Milani

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