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Palamara a Zagrebelsky: «Mi sarei aspettato un gesto di coraggio e non le solite parole»



Luca Palamara, a margine di “Pordenonelegge”, intervistato dai cronisti, interviene sulle ultime parole di Gustavo Zagrebelsky, che qualche giorno fa si era dichiarato scandalizzato la sulla famosa cena raccontata nel libro il “ Il Sistema”: «Da un giurista di fama internazionale e un punto di riferimento come lui, mi sarei aspettato qualche parola in più su quanto accaduto alla Procura di Milano, sul perché a distanza di due anni non sono state fatte le indagini, su una magistratura ideologizzata, che in un modo o nell’altro, atterra intere classi politiche. Mi sarei aspettato un gesto di coraggio e non accontentarmi di discorsi che ormai si conoscono a memoria. C’è bisogno di qualcosa di diverso. Mi auguro, che la statura sua e il suo livello, possano dare una risposta concreta e chiara su quanto accaduto». Sul successo del suo lavoro, il candidato al collegio di Primavalle, invece, sottolinea come non prevedeva di vendere così tante copie: «Il mio voleva essere solo un racconto per chiarire come avevano funzionato i meccanismi interni alla magistratura, dando a tutti la possibilità di farsi un’opinione. E’ una battaglia per il cittadino, che non merita di accontentarsi di una verità di facciata». Lo stesso Palamara, quindi, risponde a chi oggi lo accusa: «Sono un testimone che racconta fatti, un magistrato che si è sempre battuto per gli ideali, che è sempre stato individuato come punto di equilibrio, al quale tanti giudici si rivolgevano per le aspirazioni di carriera e che a un certo punto, per le cariche rivestite, nell’interesse della stessa magistratura e anche per difendersi l’onore, ha deciso di raccontare una verità, che per alcuni può essere scomoda». Sulla loggia Ungheria, infine, Palamara afferma come «sia arrivato il momento di riflettere su quanto non ha funzionato, di dare al Paese una magistratura realmente indipendente, una giustizia giusta, nonché la necessità di far fronte a situazioni del genere, da parte di chi indaga, di fornire risposte certe e immediate. Non è giusto che a distanza di due anni persone, che a torto o ragione, hanno avuto ruolo importanti nella magistratura, nella politica o nella guardia di finanza, si vedano catapultate sui giornali senza che l’autorità giudiziaria abbia messo un punto preciso sui fatti. E’ inaccettabile».


Roma, 18 settembre 2021

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