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Palio di Siena: tornano le polemiche dopo la morte del cavallo Raol

La storia non finisce. Animali che muoiono per far divertire l’uomo. E ora si aggiunge un’altra vittima. Raol, il cavallo deceduto durante l’ultimo Palio di Siena sabato scorso, si era infortunato alla zampa anteriore dopo una caduta. Al secondo giro, durante una curva, era scivolato e dopo essere stato soccorso, sedato e trasportato alla Clinica veterinaria Il Ceppo, è stato abbattuto.

L'animale, che faceva parte della contrada della Giraffa, era montato dal fantino Jonatan Bartoletti, il quale anche lui si è infortunato riportando un trauma cranico, ma non è in pericolo di vita.


Quello di sabato non è il primo incidente mortale che capita a Bartoletti per quanto riguarda i suoi cavalli. Già nel 2013, al palio di Asti, era deceduto Mamuthones, un meraviglioso bestione marrone dall’enorme criniera nera.


Dunque, inutile girarci intorno, lanciare cavalli a folle velocità su quelle curve è una grave forma di maltrattamento, e a confermarlo, sono i continui incidenti mortali.


E mentre gli organizzatori del Palio si dicono contenti per l’evento “straordinario”, gli animalisti tornano all’attacco. Questa storia, con ripetute disgrazie, deve finire. Stando alle cifre della Lav, dal 1970 ad oggi, sono morti circa 50 cavalli. Una vita in pericolo quella delle bestie che partecipano al palio, e una vita così non dovrebbe avere né spettatoti né protagonisti.


L’Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali, è tornata a chiedere lo stop a sagre, corse, palii,qualunque tipo di manifestazione che preveda lo sfruttamento di animali.


Sull’epidosio è intervenuta anche l’ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, fondatrice della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente: «Penso da sempre che l'Italia potrebbe fare a meno del Palio di Siena e che non ci sia nulla di nobile o di culturale nel maltrattare animali per il divertimento umano solo perché questa è la tradizione», ha detto, «Per i cavalli il Palio di Siena è e resta un inferno».


Per quanto molti considerino la manifestazione un rito culturale fin dalla sua nascita, gli inquietanti scenari che si creano, dovrebbero comunque farci riflettere. Dunque, cosa si può fare questi splendidi animali, simboli di una libertà che gli è stata negata? Non andare e vedere i palii, ma soprattutto cercare di sensibilizzare le persone sulle drammatiche condizioni dei cavalli costretti a correre.


Di Ilaria Proietti Mercuri

22 Ottobre 2018

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