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Pamela: su internet "macellaio per Oseghale", i genitori "da cercare altri assassini"



“Finalmente”, “Beneeeee”, “Io lo davo al mio macellaio di fiducia...” e altri commenti del genere. Dopo la condanna all’ergastolo di ieri dello spacciatore nigeriano Innocent Oseghale per violenza sessuale, omicidio e occultamento di cadavere la voce di Macerata si fa sentire su Internet, sui social network. Rimbalza anche quella di Roma, degli amici e conoscenti di Pamela Mastropietro, la ragazza romana di 18 anni, romana, vittima dello scempio, il cui corpo è stato fatto a pezzi e il 31 gennaio scorso trovato in due trolley sul ciglio della strada a Pollenza, nel Maceratese, nelle Marche. La difesa dell’imputato – gli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi - ha ricostruito la vicenda in maniera del tutto diversa: Oseghale ha ammesso di aver sezionato il corpo per sbarazzarsene ma, secondo i legali, non avrebbe uccise Pamela che sarebbe morta per overdose di eroina. I genitori della giovane - Alessandra Verni e Stefano Mastropietro, assistiti come parti civili dall'avvocato Marco Valerio Verni, zio di Pamela – hanno gioito per la sentenza ma hanno anche lasciato intendere che il caso giudiziario non è finito qui.


I GENITORI: “C’ERANO ALTRI CON OSEGHALE”

Madre e padre sono convinti che lo spacciatore africano non abbia fatto tutto da solo: “C’erano altri con lui – ha detto all’uscita del Tribunale la mamma di Pamela – vedrete”. La convinzione dei genitori porta inquirenti e investigatori a guardare ancora e altrove per cercare eventuali altri complici di Oseghale. Determinazione e parole che piacciono al popolo di Facebook, il quale già gioisce per la costanza mostrata durante le indagini e nel corso del processo: “Finalmente - sono i commenti – Pamela può riposare. Bravi i genitori che hanno lottato”. Soddisfazione che si accompagna anche al “giudizio” sulla Corte d’Assise.

"È un valore arrivare a una giustizia dopo solo 16 mesi – dice il sindaco di Macerata, Romano Carancini - questo significa molto per la comunità, per la famiglia, per la città e di questo bisogna rendere un grazie profondo a chi ha lavorato, soprattutto ai magistrati e alle forze dell'ordine. Non era affatto scontato che si riuscisse a fare in così poco tempo e su questo Macerata ha esibito un modello".


di Fab. Dic.

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