Ha sferrato una coltellata in pieno petto al poliziotto. Prima ha speronato l’auto del 113 e quando ha visto l’agente andargli incontro lo ha colpito affondando la lama lunga circa 15 centimetri. È successo questa mattina dopo le 13 in via dei Cochi, alla periferia est di Tor Bella Monaca, a Roma. L‘agente – Yuri, romano, 32 anni, sposato e senza figli - prima è stato trasportato al policlinico Casilino, poi all’Umberto I. Non è in pericolo di vita. Invece l’uomo è stato fermato dai poliziotti del Commissariato Casilino e dell’Autoradio Prenestino. Si chiama Pietro Maruca, 60 anni, già noto alle forze dell’ordine per spaccio di droga e resistenza a pubblico ufficiale. È stato trasportato all’ospedale Pertini e ora la Procura sta valutando le ipotesi di reato a suo carico: lesioni gravissime o tentato omicidio.
L’UOMO STAVA LITIGANDO IN TABACCHERIA CON LA MOGLIE
La polizia ha fornito una prima ricostruzione dei fatti che dovrà essere confermata dagli accertamenti in corso. Maruca entra nella tabaccheria in via dei Cochi gestita dalla moglie e comincia a litigare. I due sarebbero in fase di separazione. Lui è furioso: al test è risultato con un tasso alcolemico nel sangue di 2.7, oltre il limite consentito. La donna ha paura: il coniuge ha detto che vuole dare fuoco al negozio. Allora lei telefona al 113 chiedendo l’intervento di una Volante. L’uomo esce dal locale e sale in macchina per allontanarsi. A questo punto, sempre secondo la ricostruzione, arrivano l’Autoradio Prenestino e la Volante 8. Maruca punta la sua vettura contro quest’ultima Pantera della polizia e gli va addosso. Il poliziotto scende dall’auto e va incontro al sessantenne che tira fuori il coltello e vibra un fendente al petto del poveretto.
COME IN UN FILM: L’AGENTE FERITO HA RIMESSO L’ARMA NELLA FONDINA
Poi la scena da film. L’agente è ferito ma non perde conoscenza. Anzi, si mantiene perfettamente lucido e in piedi sulle sue gambe. È tanto presente a sé stesso che vede il collega della Volante 8 alle spalle di Maruca e decide di rimettere la sua pistola d’ordinanza nella fondina per non correre inutili rischi. Sveltezza e sangue freddo le mostra anche l’altro operatore dell’Autoradio Prenestino. Non aspetta che arrivi l’ambulanza del 118, capisce che in situazioni del genere gli attimi possono fare la differenza tra la vita e la morte. Tampona la ferita, mette il collega accoltellato in macchina e corre al Policlinico Casilino. È una corsa difficile: mentre guida prova a fermare l’emorragia di sangue e insieme parla con la sala operativa. Alla fine arriva in ospedale: collega salvato, missione compiuta.
IN OSPEDALE LA VISITA DEL DIRIGENTE DEL 113 MASSIMO IMPROTA
Il dirigente dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura di Roma, Massimo Improta, è corso in ospedale per accertarsi delle condizioni di salute dell’agente accoltellato riportandogli i sentimenti di vicinanza dei colleghi. Per tutti, l’agente ha mostrato una presenza di spirito non comune: ha subito la coltellata e non ha perso la sua lucidità. Ha visto il collega alle spalle dell’aggressore e ha rimesso l’arma nella fondina per evitare che la situazione potesse degenerare. E di eguale prontezza si è mostrato il poliziotto dell’Autoradio Prenestino. Non ha atteso che arrivassero i soccorritori. Non si è perso d‘animo e ha agito nel modo migliore per salvare la vita al collega ferito caricandolo in macchina e portandolo subito in ospedale. Autoradio e Volanti – si dice tra i poliziotti – sono in forza a Commissariati e caserma Guido Reni, sedi diverse. Ma la strada unisce”.
IL FIGLIO DELL’AGGRESSORE MORTO PER SFUGGIRE ALLA POLIZIA
Pietro Maruca è conosciuto per fatti di droga e resistenza a pubblico ufficiale. Ma c’è pure un’altra brutta storia che ha segnato la sua vita, e non solo. È la morte del figlio Manuel avvenuta nel novembre 2016. Al volante di una Fiat 500, il giovane ha infilato il vialone, ha visto una Volante della polizia ed è fuggito. Ha imboccato contromano la rampa del Gra e si è scontrato con altre quattro vetture. Portato in ospedale è morto poco dopo.
di Fabio Di Chio
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