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Peculato, cancellata la sanatoria "salva Lega"


«Come avevamo promesso subito dopo il brutto episodio del voto segreto alla Camera sul ddl Spazzacorrotti, al Senato eliminiamo l'inaccettabile norma che fa uno sconto per il reato di peculato. Abbiamo presentato l'emendamento che cancella quella macchia. Questa settimana la commissione Giustizia porta a termine il lavoro sulla legge e la prossima settimana la approviamo in aula, con il voto compatto della maggioranza. L'Italia aspetta una vera legge anticorruzione dai tempi di Mani Pulite, ossia da più di 26 anni. In soli 6 mesi dall'insediamento del governo e dall'avvio dei lavori di questa maggioranza, Il Movimento 5 stelle la porta a casa». È il capogruppo dei 5 Stelle a palazzo Madama Stefano Patuanelli ad annunciare che, tra i 241 emendamenti depositati in commissione Giustizia al Senato per il disegno di legge Anticorruzione, l'unico presentato dal governo è quello che rimette a posto le cose sul peculato dopo lo strappo dell'ex pentastellato Catello Vitiello, cacciato dal Movimento per la sua appartenenza alla massoneria.

Un emendamento eminentemente tecnico quello presentato da Vitiello, approvato con la procedura del voto segreto che aveva fatto sbottare Salvini: «Io lo abolirei perché gli italiani hanno diritto di sapere chi vota cosa. Non mi interessano i responsabili, nascondersi dietro il voto segreto è vigliacco, chiunque lo faccia». Con la modifica all'abuso d'ufficio si azzerano, grazie alla prescrizione, alcune fattispecie di peculato, che nel diritto penale è l'appropriazione indebita o la distrazione, per profitto proprio o altrui, di denaro o altro di proprietà altrui, commessa da un pubblico ufficiale che ne abbia il possesso in ragione del suo ufficio.

L'emendamento aveva fatto scalpore suscitando polemiche e sospetti perché a beneficiarne sarebbero stati esponenti di primo piano della Lega come il viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi, imputato per le spese pazze nella Regione Liguria; o il governatore del Piemonte Roberto Cota, assolto dal tribunale ma poi condannato in appello a 1 anno e 7 mesi per la Rimborsopoli nella sua regione; o il capogruppo alla Camera dei Deputati Riccardo Molinari, anche lui assolto in primo grado ma condannato in appello a 11 mesi sempre per la Rimborsopoli in Piemonte.

Per il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto «il Movimento 5 stelle vuole superarsi in giustizialismo e così il capogruppo al Senato Patuanelli annuncia un inasprimento del ddl Anticorruzione nella parte relativa al peculato. Purtroppo notiamo un gioco al rialzo sul fronte ideologico, e nessuna riflessione sulla vera anima di un provvedimento che calpesta le garanzie e la Costituzione, allunga i processi e rende eterne pene accessorie, sottopone la persona indagata di reati contro la Pa ad un supplemento di accertamenti che invadono la sfera privata, anche attraverso l'utilizzo di trojan nei cellulari. Un moloch giustizialista che non va ingigantito, ma abbattuto per il rispetto delle libertà e delle garanzie dei cittadini».


di Paolo dal Dosso

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