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Per il nuovo piano Rai si inventano il responsabile della trasformazione, ma sotto l’ad



Nei governi con maggior fantasia, e poltrone da assegnare a chi ne era rimasto sprovvisto, i premier di turno sono arrivati al punto di nominare il ministro per l’Attuazione del Programma. Una barzelletta. Oggi, con la maggioranza, giallo verde c’è solo un sottosegretario che si occupa di divulgare quanto sta facendo l’esecutivo rispetto al papiello presentato al momento dell’insediamento. Trattandosi di un contratto un ministro ad hoc sarebbe stato davvero troppo. Ma siccome questo è il trend anche in Rai non vogliono essere da meno. Dato che a viale Mazzini vanno sostenendo che il piano industriale di Salini sta mettendo in moto molti cambiamenti, alcuni già si son visti come quello del nuovo Dg, altri sono in fieri, molti altri ancora sono di là da venire, occorre un direttore che si occupi dell’attuazione del programma. E così tra le prossime novità ce ne sarebbe una che riguarda l'attuale capo delle Risorse Umane, Luciano Flussi, al quale sembra che l’Ad della Rai, Fabrizio Salini, abbia chiesto di svolgere un'altra funzione, quella del tutto inedita del Transformation Office, che avrebbe il compito di guidare l'Azienda nelle trasformazioni che il piano porta con sé. Quali? In primis quella che introduce 9 Direzioni di Contenuto, titolari del budget e responsabili dello sviluppo dei contenuti nell'ambito del proprio Genere (Area New Formats e Digital; Area Approfondimento; Area Documentari; Kids; Intrattenimento Prime Time; Intrattenimento Day Time; Contenuti Culturali ed Educational; Fiction; Cinema e Serie Tv); poi quella che affida, di contro, ai canali il compito di definire gli slot di palinsesto e la gestione dei target di pubblico e che dà alla nuova Funzione 'Distribuzione' la responsabilità di indirizzare e coordinare la struttura complessiva dell'offerta sulle diverse piattaforme.


Trasformazioni, queste, non di poco conto, che implicano operazioni sostanziali da mettere in campo: spostamenti di personale e competenze; processi da definire, inclusi quelli che impattano sui sistemi aziendali; nuove direzioni da tirare su di sana pianta. Ed ecco uno dei punti critici. A quanto pare l'Ad avrebbe immaginato al momento un assetto organizzativo in cui il capo del Transformation Office dovrebbe fare riferimento al Dg e non all'amministratore delegato. E questo potrebbe essere un ostacolo al sì di Flussi. Il ragionamento sembra essere il seguente: chi deve guidare una trasformazione così ampia e profonda come quella del piano industriale, non può farlo in modo efficace e autorevole senza avere un potere pieno. Potere che, nel caso Flussi avesse gerarchicamente sopra di sé prima il Dg e poi l'Ad, sarebbe meno forte. Ma l'assetto potrebbe cambiare e magari la funzione di Transformation Office potrebbe essere direttamente collegata all'amministratore delegato. Al momento nulla è deciso. Si sa soltanto che se Flussi andasse a fare il capo del Transformation Office, al suo posto potrebbe arrivare con tutta probabilità Felice Ventura, attuale direttore Acquisti della Rai. C'è anche chi fa notare che Flussi ha 65 anni e, quindi, se in questo nuovo ruolo si sentisse stretto potrebbe scegliere di andare in pensione di anzianità. Chi lo conosce, però, scommette che questa ipotesi non lo stuzzichi un granché dato il dinamismo che lo contraddistingue. La decisione di Salini potrebbe arrivare prima del prossimo Cda (17 aprile) con il quale l’Ad non è obbligato a condividere l'eventuale scelta non trattandosi di nomine editoriali, ma a titolo di cortesia molto probabilmente Salini informerà i consiglieri nel prossimo consiglio. Davvero cose mai viste, in Rai.


di Alberto Milani

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