Un capolavoro di cura maniacale, anche per personaggi, figuranti, armi e costumi, fu il “Romeo e Giulietta” diretto dal grande e compianto Franco Zeffirelli, che vedeva nella parte di Tebaldo, il principe dei gatti, un giovanissimo e già straordinario Michael York. La musica del film venne composta da Nino Rota, mentre il testo italiano fu scritto da Elsa Morante.
Su quest’opera imperdibile, il prossimo 28 luglio, si apre al Palazzo Piccolomini di Pienza una mostra per il cinquantesimo anniversario del celeberrimo film, girato nel lontano 1968 appunto nella città ideale voluta da papa Pio II, soprattutto negli interni del palazzo che, nella finzione cinematografica diviene la dimora dei Capuleti, dove i due giovani protagonisti, Giulietta e Romeo, s’incontrano per la prima volta, e s’innamorano, ad un ballo in maschera.
La mostra comunque, oltre a ricordare l’anniversario dell’uscita del film, intende focalizzare l’attenzione sugli usi e i costumi del Rinascimento, partendo con un preciso percorso dal cortile, costituito da un loggiato a tre arcate e dal giardino pensile, proseguendo poi al piano nobile del Palazzo con la sala d’ingresso, da pranzo, quella della musica, la camera di Pio II e infine la biblioteca.
Le foto scattate sui set e quelle di scena, messe a disposizione dalla Fondazione Zeffirelli, saranno disposte nelle stesse sale dove a loro tempo vennero scattate, in modo da far rivivere ancora quegli ambienti ai visitatori odierni. Insieme alle foto saranno inoltre esposti i costumi realizzati da Danilo Donati e vincitori, nel 1969, del premio Oscar, attualmente di proprietà della Fondazione Cerratelli. Si avrà così la possibilità di ammirare da vicino dei capolavori di alta sartoria cinematografica, proprio all’interno dell’ambiente per il quale essi sono stati concepiti.
L’esposizione è promossa dalla Società di Esecutori di Pie Disposizioni Onlus, che cura la valorizzazione di Palazzo Piccolomini e dalla Fondazione Zeffirelli, prodotta e gestita da Opera-Civita con il contributo del Comune di Pienza che, a sua volta, ha unito in questo sodalizio culturale e artistico, tutte le altre città dove è stato girato il film, quindi Gubbio e Tuscania, dove sarà allestita, anche in questo caso, una mostra con materiale messo a disposizione sempre dall’archivio della Fondazione Zeffirelli.
DPF
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