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Polemica razzista in Germania, Ozil dice addio alla nazionale




Quando le ideologie politiche entrano nello sport è sempre un triste giorno, ovunque, in qualsiasi paese, ed è quanto sta avvenendo in queste ore in Germania in seguito alla notizia dell’addio dato alla nazionale da parte del calciatore Mesut Ozil, turco-tedesco.


Una piccola ma sentita polemica politica è così sorta agli onori della cronaca non soltanto tedesca, contribuendo a rinfiammare il dibattito sul razzismo e sull’integrazione dei giovani con origini straniere in Germania.


La portavoce della cancelliera Ulrike Demmer, nella consueta conferenza stampa del governo ha dichiarato in merito: «La cancelliera stima molto Mesut Ozil come giocatore e ha apprezzato le sue prestazioni nella nazionale di calcio. Detto questo, le sue decisioni devono essere rispettate e non commentiamo le sue dichiarazioni. La Germania è un paese aperto al mondo e lo sport ha un ruolo importante nell'integrazione». Il ministro tedesco della Giustizia, Katarina Barley, in un suo tweet ha scritto: «È un segno di allarme quando un grande calciatore tedesco come Mesut Ozil non vuole più giocare nel suo paese per il razzismo e non si sente più rappresentato dalla Lega calcio tedesca (Dfb)».


Ozil comunque già nella giornata di ieri aveva reso noto un documento nel quale spiegava le ragioni del suo addio alla nazionale tedesca: «Ho due cuori, uno tedesco e uno turco e per me avere una foto con il presidente non aveva a che fare con la politica o con le elezioni, era per me un segno di rispetto verso l'ufficio più alto del paese di provenienza della mia famiglia. Alcuni giornali tedeschi stanno usando il mio background e le foto con il presidente Erdogan per una campagna di destra e per la loro causa politica. Hanno cercato di mettere un'intera nazione contro di me».


La polemica sull’integrazione è dunque destinata a restare aperta anche nel campo del calcio, non solamente in quello sociale e politico.



DPF

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