Un uomo di circa trentacinque anni, claudicante a causa di una gamba malata e che ha letteralmente visto la morte in faccia. È l'ultima mirabolante scoperta archeologica sul sito di Pompei, tornata alla luce grazie al lavoro di scavo del team coordinato dal direttore Massimo Osanna. Lo scheletro dell'uomo è stato rinvenuto nei pressi della Regio V, nell'angolo fra il vicolo dei Balconi e il vicolo delle nozze d'argento, luogo in cui si era scavato già a fine ottocento e negli inizi dello scorso secolo.
"Lo abbiamo ritrovato in uno slargo dove forse c'era una fontana- racconta all'Ansa il direttore - un angolo della strada che era ancora ricoperto da un buon livello di strato piroplastico".
Il fuggiasco, forse a causa della gamba malata, si deve essere attardato nella fuga e, faccia al Vesuvio, è stato investito da una pioggia di materiale incendiario, pezzi di ferro, legno e altri detriti. Molto probabilmente è rimasto schiacciato da un masso di oltre tre quintali che gli ha tagliato di netto la testa, mentre tutto attorno a lui era fuoco, polvere e nubi incandescenti di cenere.
"Pompei è il simbolo di una storia di riscatto e di rinascita italiana" il commento di un entusiasta Dario Franceschini, ministro uscente dei Beni Culturali.
La pietra che lo ha ancorato al terreno per oltre duemila anni, verrà rimossa a breve, ma è già chiara la natura dell'individuo, alto circa 1,65 e affetto da artrosi.
"Se fossimo così fortunati da ritrovare il cranio saremmo in grado di ricostruirne la fisionomia". aggiunge il direttore Osanna "è una scoperta che aggiungerà un nuovo importante tassello alla storia di Pompei".
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