Una nuova area di ventidue ettari fa sognare gli archeologi. Pompei parla ancora, Pompei vive ancora. E continua a regalarci la storia, la nostra. Siamo nel Regio V della città antica. Tra gli scavi di una zona fortemente battuta, che già ha regalato nuovi tesori ed emozioni, viene alla luce un ennesimo ritrovamento: nuove Domus deliziano gli occhi dei ricercatori. Ancora una scoperta storica nell’antichissima città campana. Abitazioni romane che spuntano nella loro struttura completa, con affreschi, oggetti e tracce di vita quotidiana. Sembra incredibile ma Pompei, e nella fattispecie quella zona, non smettono di stupire, neanche nel 2018, nonostante siano trecento anni circa, ovvero dal marzo del 1748, negli anni della scoperta di Ercolano e con i primi ritrovamenti nella zona di Civita a Pompei, che si batte la zona, fisicamente sottoposta ai primi, seri scavi archeologici a partire dal 1763, quando dopo un ritrovamento fortuito di qualche tempo prima, l’attenzione dei Borbone si spostò lentamente da Ercolano alla “nuova area” che avrebbe testimoniato la vita dell’antica civiltà pompeiana.
La zona del Regio V è da qualche settimana ormai scenario di incredibili rinvenimenti. Gli archeologi, infatti, solo pochi mesi fa hanno ritrovato la «Domus dei Delfini», che probabilmente apparteneva a un notabile della città, e poi il vicolo dei balconi con il rosso pompeiano come veramente era, così intenso da richiamare il vino. E poi gli ocra pastosi e rilucenti ma anche un intero vicolo con balconi aggettanti che hanno resistito alla furia dell'eruzione, persino con le anfore lasciate in un angolo ad asciugare al sole. Ma non solo in quest’area così ricca. Pian piano vengono alla luce ben oltre 2 chilometri di muri antichi, che si srotolano lentamente, in un’area ancora non soggetta a scavi, nelle cosiddette «Regiones I-III-IV-V-IX», su cui sicuramente bisognerà intervenire, anzitutto, per scongiurare il rischio idrogeologico.
E.R.
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