Continuano le bufere in casa Rai, dopo il caso del Festival di Sanremo, sul rifiuto iniziale, poi trasformato in consenso, alla presenza della giornalista-scrittrice palestinese, naturalizzata italana, Rula Jebreal al Festival di Sanremo, bisogna pensare adesso alle nomine. In una televisione di Stato condizionata palesemente dalla politica, audience e risultati passano in secondo piano. l’On. Giacomo Portas dei Moderati racconta a Spraynews cosa ne pensa dell’Azienda di Stato.
Cosa ne pensa del caso Sanremo?
«Per fortuna è finita bene, era una follia ripudiare la Jebreal, quali i motivi ancora non chiari. Salini si faccia sentire e non sia imbrigliato da vecchi governanti. La Rai sulla vicenda di Sanremo ha dimostrato di essere davvero una televisione istituzionale, mi sembrava una follia non accettare questa donna che può rappresentare al meglio e dare una visione più da vicino di un mondo che deve preoccupare tutti, destra o sinistra. Adesso non è che io voglia fare il tifo per nessuno, ma ritengo che questo epilogo sia un successo per tutti. Non so cosa sia successo, ma sicuramente Salini si sarà impuntato e avrà giustamente pensato che la televisione di Stato avrebbe fatto una figura poco nobile nei confronti degli Italiani e del mondo tutto e si è risolta bene. Adesso via con le nomine e con tutto quello che serve»
Ha parlato di nomine, cosa deve cambiare nella Governance della Rai?
«Io penso che la Governance della Rai debba fare anzitutto utili per cui mettere gente capace al di là della tessera che porta, io penso che sia un bene per tutti gli Italiani. Scegliere persone competenti che magari non facciano parte di un concetto, di un ispirazione o di un ideale politico perchè questo non serve a fare programmi di successo e fare della Rai una televisione per tutti»
Se fosse lei al posto di Salini chi nominerebbe?
«Non mi faccia fare nomine, non saprei. Non mi occupo di Rai e non saprei dirlo. Metterei solo persone che possono portare questa televisione intanto ad avere dei successi su audience e fatturato, ascolterei veramente poco i partiti e chi governa, sia maggioranza che opposizione. Salini mi sembra una persona per bene e saprà senz’altro scegliere dei validi collaboratori, è un manager preparato, un manager nuovo, faccia gli interessi della Rai e non quelli della politica e dei partiti»
Cosa ne pensa degli attacchi rivolti a Paola Ferrari in conseguenza alla sua dichiarazione su Trump e nello specifico al silenzio delle colleghe giornaliste?
«Questo è un argomento che, mi permetta, trovo scandaloso. Il femminismo è un animale che viene fuori nei momenti in cui ce n’è più bisogno, nel senso che tutti parlano e giustamente per l’emancipazione facciamo leggi e nei consigli di amministrazione per inserire dentro rappresentanti donne, partiti politici che parlano sempre delle donne e della loro importanza nella vita attiva del paese, le quote e così via e poi quando accadono queste cose e sarebbe necessario che la voce si faccia sentire non si sente. Magari sono stato disattento, ma non mi è parso che ci sia stato, tranne pochi casi, un grande schieramento delle donne. Forse perchè poco alla volta stiamo raggiungendo gli standard europei sul fatto della discriminante al femminile. Secondo me le colleghe giornaliste, ma le donne tutte avrebbero dovuto farsi sentire di più»
Non ritiene che questo silenzio possa dipendere in parte anche dal fatto che gli attacchi sul web alle donne siano davvero gravi e sessisti e che in molte preferiscano soprassedere ad esprimere le proprie opinioni a favore o contro qualcuno?
«Guardi, è un tema che non si riesce proprio a far capire, gli attacchi alle donne in particolare, ma a chiunque in generale, siamo pronti allo sgomento nazionale quando succedono cose gravi e ormai irreparabili, quando ci sono morti o violenze importanti sulle donne allora il Tg1 ne parla, i politici, gli italiani tutti, tutti parliamo di queste vicende. Ma queste vicende vanno misurate in tempi non sospetti, prima che succedano. Se davvero vediamo quello che succede nel popolo italiano alle donne mi pare che ci siano più delitti sulle donne che terrorismo. Bisogna anticipare gli eventi per cui su cose del genere tutte le donne, ma anche tutti gli uomini, devono schierarsi uniti in modo ufficiale perchè sono quelle cose che poi portano a fatti più gravi. Sul fatto del sessismo premetto che offendere un uomo o una donna sia la stessa cosa, però chiaramente vedo che in Italia le donne sono ancora più deboli, nel senso più facilmente attaccabili. Non lo dico io lo dice la statistica, quando succedono episodi negativi siamo tutti pronti a votare nei consigli comunali, alla Camera, al Senato, nei consigli regionali, negli ordini del giorno con mozioni a favore di, bisogna anticiparli, e schierarsi quando iniziano gli insulti. Forse tra le donne, tutto sommato, esiste ancora un po' di invidia».
di Camilla Taviti
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