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Promossa la poliziotta argentina che allattò un bebè abbandonato


Un gesto che fa sperare in un mondo capace di salvarsi dall’autoannullamento che si sta imponendo, che tenta di annientare ogni normale identità biologica, che forse allontana per qualche momento della sensazione continua della rovina degli uomini, senza pietà e discernimento, nella volontà di rendere ogni perversione un diritto. Protagonista un agente di polizia argentino, Celeste Ayala, e un neonato. Il piccolo è stato sottratto alla sua famiglia dai servizi sociali e portato nell’ospedale dei bambini di La Plata, a circa un’ora di viaggio dalla capitale, Buenos Aires. L’agente Ayala, che era proprio nell’ospedale, ha sentito protrarsi da diverso tempo il pianto sconsolato del bambino, uno dei sei fratellini la cui mamma era stata da poco arrestata. Forse il bimbo aveva fame, e nella foga nessuno si occupava di nutrirlo, di accudirlo. A quel punto l’agente avrebbe compiuto un gesto che merita di fare il giro del mondo ed essere celebrato per quel che vale, nella più dolce elevazione di pudore, tenerezza e umanità. Ayala, madre di due bambini, ha preso in braccio il piccolo e ha iniziato ad allattarlo. A quel punto, un suo collega ha pensato di riprendere la scena facendone un video che subito è diventato virale sui social network tanto da arrivare all’attenzione del ministro della Sicurezza della provincia di Buenos Aires. L’agente Celeste Ayala per questo suo splendido gesto sarà promossa al grado di sergente.

Forse non è tutto perduto.


E.R.

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