Don Rocco, che idea si è fatto di quanto accaduto alla Domus Mariae di Roma, dove una messa è stata pubblicizzata con l’annuncio della presenza di Matteo Salvini, con tanto di immagini del leader e dei simboli della Lega e del gruppo della destra sovranista europea?
Siamo di fronte all’ennesima strumentalizzazione della fede religiosa, degli incontri e delle celebrazioni. Non c’è più limite all’inventiva, in tema di strumentalizzazioni. Ritengo tutto questo non solo offensivo, ma, per alcuni aspetti, anche blasfemo. Come si fa a usare l’immagine di un politico per invitare i credenti a una messa? Chi vuole andare a messa ci vada, senza correre dietro all’immagine di nessuno, se non a quella del “Signore della messa”, che è Gesù Cristo.
Lei non è solo un illustre docente dell’Università Gregoriana di Roma, ma anche un presbitero della diocesi di Bari impegnato nel sociale. Che cosa pensa, più in generale, dell’uso politico della religione cattolica, in aperto contrasto con quanto quotidianamente ripete Papa Francesco, che invita i politici a rimuovere, in nome di una solidarietà universale, tutti gli steccati?
Il contrasto è evidente e dimostra che ci sono alcuni settori cattolici, che non accolgono l’invito del Papa all’autenticità di fede. Di un Papa, che non va certo dietro a queste strumentalizzazioni, ma vuole rinnovare la Chiesa, facendola ritornare alle sue radici evangeliche.
Quale è il fine delle strumentalizzazioni politiche?
Le strumentalizzazioni hanno due grandi motivazioni, che qualche volta si sommano. Una motivazione è quella elettorale del consenso immediato. Si strumentalizza una messa o una preghiera perché si ha bisogno di consensi. Poi, ci sono le strumentalizzazioni ideologiche, in cui ci sono delle contrapposizioni e si considera l’avversario un nemico da demonizzare. Sia in un caso che nell’altro, le strumentalizzazioni politiche non vanno accettate, perché procurano un danno sia alle persone perbene, sia alla vera religione, che è legata al rapporto fra Dio e un popolo, fra Dio e una persona.
Il Papa invita i politici ad aprire il cuore alla solidarietà umana e all’accoglienza, abbattendo muri e steccati. Non crede che i politici, più che propagandare una messa, dovrebbero fare sino in fondo i conti con l’appello papale?
Certo, è così. Fra l’altro è interessante osservare che tutte queste persone, dalla strumentalizzazione facile, sono le stesse che fanno finta di non sentire gli appelli del Papa all’autenticità evangelica, in termini di carità e di accoglienza degli stranieri. Contro i muri, fra l’altro pagati, come il Papa ha detto l’altro giorno, con i soldi europei. Queste persone, che strumentalizzano una messa, dovrebbero chiedersi che cosa è veramente cristiano e se il Papa ci sta aiutando a diventare ancora più cristiani.
di Antonello Sette
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