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Quota 100 al rallentatore per gli statali


Giulia Bongiorno

Quota 100 non è uguale per i dipendenti pubblici e per quelli del settore privato. Gli impiegato dello Stato dovranno attendere sei mesi per poter andare in pensione in anticipo. Una disparità che potrebbe incidere sull’appeal della misura che non è poi così vantaggiosa come potrebbe sembrare e come era stata “venduta” dal governo in campagna elettorale. Tant’è che secondo la maggior parte delle stime solo il 30% degli aventi diritto deciderà di usufruire di questa finestra previdenziale. Il disincentivo maggiore è rappresentato dal minor assegno che il futuro pensionato riceverà. È vero ,come ha ribadito il governo, che non ci sono penalizzazioni ma il sistema contributivo rende di per sè stesso non vantaggioso l’uscita anticipata. Ricordiamo che l’entità della pensione è legata ai versamenti contributivi, cioè agli anni lavorati. Quindi meno si lavora e più magro è l’importo dell’assegno. Il taglio, secondo alcune simulazioni, può arrivare fino al 34%.Detto questo vediamo quali sono le nuove regole con particolare attenzione al diverso trattamento tra pubblici e privati.


Può usufruire di quota 100 dal primo aprile di quest’anno, chi nel settore privato ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018; chi li matura dal primo gennaio 2019 avrà diritto alla pensione tre mesi dopo. I requisiti devono essere almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi. Lo stesso decreto prevede un abbassamento del requisito contirbutivo attualmente in vigore dal primo gennaio, ripristinandolo a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. La legge Fornero prevede invece il pensionamento dal primo gennaio a 67 anni di età per gli uomini e 66 anni e 7 mesi per le donne con 20 anni di contributi, oppure in base alla contribuzione con 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne indipendetemente dall'età. Vediamo invece cosa accade ai dipendenti pubblici con quota 100. Coloro che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2018 possono andare in pensione anticipata dal primo agosto, quindi non dal primo aprile come i colleghi del settore privato. Per gli altri la finestra si apre sei mesi dopo la maturazione dei requisiti con l'obbligo di preavviso di sei mesi. Se un lavoratore ad esempio raggiunge i requisiti dal primo maggio, potrebbe andare in pensione dal primo novembre.


Tabella diversa per gli insegnanti e gli operatori della scuola che possono andare via solo a inizio anno scolastico, a settembre. Un altro disincentivo, oltre all’assegno più magro, è il divieto di cumulare la pensione con altri redditi fino al raggiungimento dei requisiti di legge per il pensionamento. Pertanto chi pensava di poter arrotondare con qualche lavoretto, deve mettersi l’anima in pace. Per tutti i pensionati pubblici (non solo quota 100) è prevista la possibilità di avere subito l'anticipo di fine rapporto fino a 30.000 euro. La liquidazione viene infatti erogata attualmente dopo uno-due anni e poi comunque versata a rate in base all’importo. Il ministro Bongiorno aveva detto che avrebbero state le banche ad anticipare le somme. È possibile cumulare periodi assicurativi presenti su più gestioni. Per i lavoratori precoci sono stati abrogati gli incrementi di età pensionabile per l'effetto dell'aumento della speranza di vita. Potranno andare in pensione a 41 anni trascorsi 3 mesi dalla maturazione dei requisiti.

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