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Quote tonno, colpita la Sardegna Dessì (PSdAZ) e Zedda (FI) all'attacco per salvare le produzioni

Aggiornamento: 17 nov 2018


«Duro colpo per le tonnare fisse in Sardegna. È un coro unanime di protesta e attacco al ministero delle Politiche Agricole e all’assessore regionale dell’Agricoltura quello che arriva dalla minoranza in Consiglio regionale. Una violenza normativa mai vista e inaudita, contro il settore della pesca isolana e in particolare contro lo storico patrimonio identitario delle Tonnare del Sulcis Iglesiente». Così il consigliere regionale sulcitano Paolo Dessì (Partito Sardo d’Azione) e la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, primi firmatari, dell’interrogazione presentata coi colleghi di tutta la minoranza . «È inaccettabile il provvedimento della direzione generale del ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, n. 21975 del 07/11/2018, recante l’esito dell’iter istruttorio di cui al decreto direttoriale n. 11779 del 29 maggio 2018, riportante l’elenco dei nuovi due operatori che sono Favignana (Trapani) e Cala Vinagra (Carloforte)», spiegano i gruppi di Forza Italia, Psd’Az, UDC, Uds, FdI, Riformatori sardi. «Un provvedimento che rischia di decretare un duro colpo all’economia del Sulcis Iglesiente, minacciando il proseguo dell’attività ittica relativa alla pesca del tonno».


Profondamente delusi e preoccupati degli effetti devastanti del decreto i consiglieri sulcitani, in prima linea a difesa delle eccellenze e dei gioielli del territorio. Paolo Dessì (Psd’AZ), Giorgio Oppi (Udc), Gianluigi Rubiu (FdI), insieme a tutta la minoranza dell’assemblea sarda si ribellano «contro i tagli alle tonnare isolane. In base alle quote assegnate alla Sardegna, le tonnare di Carloforte e Portoscuso, le due realtà più importanti, non sarebbero più competitive». Infatti il decreto siglato dal ministero delle Politiche Agricole, che «di fatto avvantaggia Favignana e la Sicilia (già rappresentata anche da palangari e barche di circuizione) a scapito della Sardegna, è un grave atto per gli operatori del distretto del tonno e nello specifico delle tonnare fisse di Carloforte e Portoscuso, in quanto la quota indivisa assegnata alle tre tonnare della Sardegna, già insufficiente per le stesse, si ripartirà anche con le ultime due tonnare, appunto Favignana e Cala Vinagra».


Si fa presente che Cala Vinagra è un sito storicamente poco pescoso attualmente chiuso, che necessiterebbe di una bonifica dell’area per la presenza delle attrezzature dismesse dall’ultimo gestore. «È quindi palese la difficoltà di operare, contrariamente al sito siciliano che ha capacità di drenare una gran parte della quota tonno indivisa. Le quote», prosegue il documento della minoranza, «devono essere assegnate secondo il criterio storico di pesca, rispettando e salvaguardando le tradizioni della Sardegna ed una vocazione unica nel suo genere come le tonnare». Gli imprenditori sardi di fatto, sono stati traditi dall’assessore dell’agricoltura, dalla regione che avrebbe invece dovuto stare a loro fianco e tutelarli. Non basta. Il popolo dei tonnarotti si sente beffato: «Si tenga conto che il decreto è un attacco all’autonomia e alla specialità proprie della nostra Isola», continuano i gruppi d’opposizione capeggiati da Zedda e Dessì, «visto che la materia inerente la pesca rientra tra le competenze primarie della Regione».

Carloforte, Portoscuso, Calasetta, Sant’Antioco e gli altri centri costieri del Sulcis potrebbero perder così anche una fetta consistente del turismo e della tradizione: «Chiediamo con la massima urgenza che l’assessore si attivi per rimediare al danno prodotto, e chieda l’annullamento del decreto».

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