I dodici ragazzi thailandesi, ritrovati dopo nove giorni di ricerche nella grotta in cui si erano persi durante una gita scolastica, potrebbero essere vicini a vedere miracolosamente la luce.
Si erano perse le tracce del gruppo il 23 giugno quando, assieme al loro allenatore di calcio, i ragazzi si erano avventurati nel complesso di grotte di Tham Luang.
Alla disperazione dei familiari si era da subito accostata la sensazione che per i dodici, tutti d’età compresa tra gli undici ed i sedici anni, non ci fosse più molto da fare. Il miracolo, così definito nella notte italiana di lunedì dopo il ritrovamento, è stato possibile grazie ad un gruppo di tre sommozzatori britannici, considerati tra i migliori al mondo, coadiuvati dello speleologo Vern Unsworth, sempre britannico, residente a Chiang Rai, in Thailandia.
L’ausilio dell’uomo è stato fondamentale, in quanto è stato lui a fornire indicazioni precise per raggiungere l’area asciutta dove i ragazzi avevano trovato rifugio. In tutto sette sub ed un medico sono riusciti a venire a contatto con i ragazzi, verificandone le condizioni ed asserendo che nessuno di loro sarebbe in pericolo di vita.
Nella porzione di grotta dove si trovano i dodici ragazzi ed il loro allenatore sono stati calati dall’alto viveri che consentiranno al gruppo, molto provato dal punto di vista fisico, di sopravvivere per almeno quattro mesi.
A preoccupare la squadra di soccorritori sono però le condizioni meteo in peggioramento: è stato deciso che l’operazione di salvataggio deve concludersi il prima possibile, anche grazie all’aiuto di speciali maschere subacquee giunte dalla Svezia, che faciliteranno l’immersione dei ragazzi prima della risalita. Molto dipenderà dalle condizioni fisiche del gruppo, che deve assolutamente rifocillarsi prima di tentare l’ardua fuga.
Nell’eventualità in cui non si riuscisse a tirare fuori velocemente i ragazzi dalla trappola, è stato studiato un sistema di cablaggio che consenta al gruppo di ricevere sia corrente elettrica che un collegamento radio con le famiglie. Dopo la gioia del ritrovamento, la nuova sfida è rappresentata dall’estrazione, con nessuno dei dodici ragazzi in grado di nuotare ed un percorso d’acque fangose sferzate da correnti marine che un sub esperto impiegherebbe sei ore a percorrere.
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