Ci perdoneranno i nostri cari 25 lettori di manzioniana memoria se stavolta per parlare di Rai e di Fazio, di tagli e del presidente Foa, degli stipendi e degli esponenti del Movimento 5 Stelle impegnati a ridisegnare il Servizio pubblico, partiamo addirittura da Enrico Berlinguer e da una sua celebre apparizione televisiva. Era il 15 dicembre del 1981, dopo la presa del potere del generale Jaruzelski in Polonia, e l’allora segretario del Partito comunista in conferenza stampa in Rai sfoderò il famoso concetto della “fine della spinta propulsiva”, riferendosi alla Rivoluzione russa. Ecco, fate attenzione ora. Marcello Foa, presidente della Rai, parlando di Fabio Fazio e del suo programma Che tempo che fa, ha affermato che il conduttore “ha un compenso molto elevato e la sua trasmissione non ha più quella carica innovativa che aveva all'inizio”. Un po' come la rivoluzione d’ottobre insomma. Il “Compagno” Foa finalmente ha varcato il Rubicone. Fatte le debite proporzioni, Berlinguer è stato un vero leader, sembra di sentir riecheggiare lo stesso concetto. Solo che qui ha il sapore della purga, allora della purificazione. Altri tempi, altri mondi.
“C'e' un problema di opportunità”, ha rincarato la dose l’uomo voluto a tutti i costi da Matteo Salvini al vertice dell’azienda. E il leader della Lega, da parte sua, intanto ha ribadito di aver rifiutato l'invito di 'Che tempo che fa', e la Lega fa sapere che nessun esponente del partito parteciperà alla trasmissione finchè lo stipendio del conduttore non sarà ridimensionato. Davvero un grande spot elettorale senza nemmeno andare in onda. Dal fronte del Movimento 5 Stelle però la visione della questione è decisamente più lucida e razionale. “Tagliare i super-stipendi in Rai è una battaglia che portiamo avanti praticamente da sempre, Fazio sicuramente ma anche Bruno Vespa, afferma il capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione di Vigilanza, Gianluigi Paragone, “per evitare che tutto questo possa apparire un regalo a Mediaset e quindi a Berlusconi è importante rivedere subito anche i tetti pubblicitari per non penalizzare Rai rispetto a Mediaset. Abbattiamo il canone togliendolo subito dalla bolletta e infine riorganizziamo la raccolta pubblicitaria eliminando un po' di potere ai centri media". Buonsenso, dunque da parte dei grillini e nessuna crociata ad personam, come sta facendo la Lega con Fazio. Perché qui, chi ha perso realmente la “spinta propulsiva”, è la Rai più che un singolo conduttore, essendo viale Mazzini ostaggio di maldestri giochi di potere da parte di partiti che si preoccupano solo di occuparla, senza guardare ai dati di ascolto, compresi quelli di Rai Uno, appaltato alla Lega , e diretto da Teresa De Santis.
di Alberto Milani
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