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Rai: Salvini in trappola, quale suggeritore miope gli sta sussurrando i nomi? Scegliesse da solo



E dunque il gioco è chiaro. Spartirsi la Rai per aree d’influenza, mettendo sotto controllo tutto ciò che va in onda. In modo da evitare un altro caso Fazio-Macron, al centro di roventi polemiche. Nessuno deve poter pensare, come ha dimostrato di fare il timoniere di "Che tempo che fa", che la Rai è cosa sua e non cosa loro. Della politica, mai come ora dentro alle stanze di viale Mazzini, quasi in modo tentacolare. E questa non è più spartizione, o lottizzazione, ma occupazione militare, con presidi strategici nei posti chiave. E laddove i posti chiave non ci sono si creano. Del piano editoriale Foa-Salini, presidente e amministratore delegato, si è già detto e scritto molto, pur non avendo letto interamente il progetto. Si sa delle otto direzioni strategiche a presidio di altrettante aree fondamentali della Rai. Ma due, in particolare, stuzzicano i maggiori interessi. Lega, nelle ultime ore, avrebbe chiesto all’ad Fabrizio Salini di aggiungerne al pannello di comando la direzione dedicata all’approfondimento informativo. Questa dovrebbe occuparsi di importanti come “Porta a Porta”, “Chi l'ha visto”, “Amore criminale”, “Petrolio”, “Report”, lo stesso Fazio e altri ancora. In pratica tutto ciò che sta fuori del perimetro del telegiornali ma tratta la materia politica, dovrà essere ricondotto a questa direzione. In questo modo viene disarticolta l’anarchia dei conduttori per creare la monarchia della direzione dell’approfondimento, strumento fondamentale per affrontare al meglio la campagna elettorale per le Europee. La Lega di Salvini è intimamente convinta di un particolare: la vera carta moschicida televisiva per acchiappare voti sono i talk show e non i telegiornali. Dunque serve poterli guidare. Magari non con narrazione pedissequamente filogovernativa, o sovranista tout court, ma certamente non contraria. Morbida diciamo. Dentro al Carroccio sono già al lavoro per individuare il nome giusto per quella casella, non volendo ripetere gli errori grossolani commessi nel primo giro delle nomine. Fra i corridoi di viale Mazzini si fa il nome di Angelo Mellone. Ma qualcuno può ricordare a Salvini che è stato il volto televisivo di Fini sotto l’era Mazza? L’uomo su cui Futuro e Libertà vezzeggiata da tanti articoli positivi dei giornali di sinistra puntava in chiave anti berlusconiana e anti centrodestra? Ma anche quelli di altri dirigenti rimasti senza poltrona nel valzer delle nomine. Eppure di leghisti in Rai ce ne sono tanti, sia della prima ora che acquisiti negli ultimi anni. Persone equilibrate competenti che lavorano anche nei tg da anni e che si vedono come commentatori sobri e informati nei vari talk anche non Rai. Perché Salvini non li nota ?Lunedì tutti i consiglieri andranno a ritirare il testo da votare del piano industriale, dunque la stesura definitiva, che, con tutti gli allegati, ammonterà a oltre 300 pagine. Tra le limature che dovrebbero trovare spazio, oltre alla direzione “approfondimento informativo”, dovrebbe esserci anche un “ammorbidimento” della Newsroom unica a vantaggio di una maggiore valorizzazione delle testate. L’altra area tematica particolarmente importante è quella denominata “intrattenimento culturale”. Il movimento 5 stelle ne rivendica la titolarità, pur non avendo grossi nomi da spendere. Forse potrebbe pescare dall’esterno, ma non è affatto sicuro. Certo è solo un fatto. Gli spazi riconducibili a quella direzione sono tantissimi, compresa Domenica In, è questa pensare una operazione di restailyng di molti programmi, tanto del mattino quanto del pomeriggio, dove i 5 Stelle hanno il loro serbatoio di voti. La vita in diretta, nel mirino della Isoardi dopo la deludente stagione con la Prova del cuoco, è sicuramente uno dei programmi da rivedere. Il piano dovrebbe essere approvato il 6 marzo, da agenda, dopodiché si aprirà un’altra partita nomine nel governo giallo verde: quella per le otto direzioni di contenuto, direzioni che saranno titolari del budget e responsabili di definire l’offerta nel’ambito del proprio genere, ottimizzando l’impiego di risorse in base “all’evoluzione delle aspettative degli utenti ed ai fabbisogni delle reti”. A quel punto si aprirà un nuovo confronto tra Lega e 5 Stelle. Di nomi non ne girano molti, però sembrano farsi spazio due novità per il palinsesto: Franco Di Mare, che il M5S vorrebbe alla guida della striscia informativa da piazzare dopo il Tg1 delle 20, e Monica Setta, che in epoca berlusconiana doc ebbe una striscia quotidiana e che dovrebbe tornare tra i protagonisti del pomeriggio di RaiUno. A parte questi due nomi che vantano alle spalle un curriculum di tutto rispetto girano altri rumors su nomi più discutibili.

Ma dove stava Salvini? Quale suggeritore miope sta facendogli i nomi? Basterebbe camminasse da solo per i corridoi di Saxa Rubra o facesse un giro solitario tra via Asiago 10 e Viale Mazzini per comprendere di essere finito in una trappola mediatica, una sorta di incrocio tra un labirinto e un gioco degli specchi e scatole cinesi.


di Alberto Milani

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