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RaiUno arranca su tutto ma Salvini è in una botte di ferro con il duo De Dantis-Infante al vertice


Milo Infante

Ultimi colpi al settimo piano di viale Mazzini, prima delle meritate vacanze, anche per i vertici della Rai. Giovedì 25 luglio è in agenda il prossimo Cda (n calendario ce n’è uno anche per il primo agosto ma è da confermare) e non dovrebbero esserci particolari sorprese. Ma visto come stanno andando le cose fuori e dentro la Tv pubblica mai dire mai. Intanto l’ad Fabrizio Salini, infatti, starebbe seriamente riflettendo sulle nomine a RaiCom e RaiPubblicità e la cosa non è affatto secondaria. Poi sembrerebbe che abbia deciso di preparare personalmente alcune nomine considerate utili per sfamare i palinsesti autunnali. Non a caso l’Ad avrebbe dato l’atteso via libera ai nuovi vicedirettori di Rai Uno proprio per non avere problemi. Il direttore Teresa De Santis, che ha tenuto per sé le deleghe a fiction, palinsesti, cinema e marketing, ha scelto Milo Infante, Franco Di Mare e Maria Teresa Fiore, che affiancheranno i confermati Claudio Fasulo e Paola Sciommeri. Infante, nominato anche vicario, prende la delega a informazione e territorio. Di Mare mette le mani su approfondimento e inchieste. Fiore intrattenimento day time. Franco Di Mare, in particolare (in quota 5 Stelle), è un unicum nel suo genere, dato che avrà contemporaneamente un programma di inchiesta in seconda serata e la vice direzione.


Non era mai accaduto che un vicedirettore avesse anche una trasmissione, visto che già deve occuparsi di tutta la rete. Ma considerando che le deleghe di Di Mare prevedono approfondimenti e inchieste, di tempo certamente ne avrà. Non foss'altro che su RaiUno l’unico approfondimento è Porta a Porta, dove Bruno Vespa è il dominus incontrastato, e di inchieste non c’è nulla se non appunto il nuovo programma di Di Mare. Dunque la nomina è stata solo politica. A fare la parte del leone, però, è Milo Infante, uomo di stretta fede leghista. Infante è vicedirettore vicario con deleghe pesanti: informazione, rubriche e territorio. Dunque la maggioranza di governo, che usa Rai Uno come megafono elettorale, è stata servita e riverita. Ecco perché I riflettori restano puntati sul Cda di agosto, se andrà in scena, quando Salini potrebbe cominciare a nominare i nuovi super direttori. Il rischio che l’operazione si trasformi nell’ennesimo poltronificio è dietro l’angolo, con sovrapposizioni di funzioni e caos sul “chi fa cosa” e “di chi è la responsabilità”. Intanto c’è un’azienda che soffre. RaiUno fatica negli ascolti, l’organizzazione di Sanremo è in ritardo e il contratto di Fiorello, ancorché strombazzato ai quattro venti, è ancora da chiudere.


di Alberto Milani

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