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Regioni, polemica sulle riaperture, Boccia: "no a passaporti sanitari"


Continua la polemica sulle riaperture tra governo ed enti locali. Il 3 giugno il governo dovrebbe dare il via libera agli spostamenti tra Regioni, ma in attesa della decisione ufficiale è Francesco Boccia a spegnere le voci sui patentini immunitari, ipotizzati dalla Sardegna. "L'articolo 120 della Costituzione dice che una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone. E inoltre se gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari, non ci sono", ha sottolineato il ministro per gli Affari regionali. L'idea è semplice: o si riparte tutti insieme - monitorando i contagi in ogni zona d'Italia - oppure si dovrà ancora aspettare, senza divieti o fughe in avanti di singole realtà. Il pensiero va alla Sardegna di Christian Solinas, che nei giorni scorsi aveva chiesto un certificato di salute per i turisti lombardi in arrivo sulle spiagge dell'Isola."Non è un tema di libera circolazione delle persone, qui il tema è trovare un bilanciamento virtuoso tra valori e interessi costituzionalmente garantiti a partire dalla tutela della salute pubblica", è la risposta del governatore sardo, che si rivolge direttamente al sindaco di Milano Beppe Sala: "La nostra proposta non discrimina i lombardi, ma quello che li discrimina è l'ipotesi paventata dal Governo di concedere la mobilità tra Regioni a seconda dell'indice di rischio". I toni sono altissimi (con il primo cittadino di Milano pronto ad 'evitare' la Sardegna come meta estiva), tanto che lo stesso Solinas in serata rilancia il suo muro: "Chi arriva senza certificato potrà entrare o no? Dal mio punto di vista non potrà imbarcarsi in partenza". Un'idea condivisa in parte con la Sicilia, dove Nello Musumeci ha già allungato di una settimana - fino all'8 giugno - il divieto di arrivo nell'isola. Nel frattempo Fontana dichiara che la Lombardia è pronta ad entrare nella fase 3 e si dice certo che non incorrerà in nessuna limitazione. Ma qual è la situazione del virus nella regione più colpita d'Italia? 382 nuovi casi (64,4 % dei nuovi contagi su territorio nazionale) e 20 decessi, a fronte di un'Italia dove tredici regioni oggi hanno registrato meno di dieci casi. Una disparità che fa riflettere, anche se la stagione turistica italiana del Meridione non potrà prescindere dagli arrivi del Nord. Si può leggere anche così l'analisi molto ottimista del presidente della Regione Lombardia Fontana: "I dati sono tutti in miglioramento rispetto alle ultime settimane. Vuol dire che la situazione stia sostanzialmente migliorando". E ancora: "Credo che in previsione del provvedimento governativo la Lombardia rientrerà sicuramente nel novero delle regioni che avrà libertà di movimento. Sono confidente e convinto che dal 3 giugno i lombardi saranno liberi di circolare in tutta Italia". La palla passa al governo, che nel weekend potrebbe anche giocare la carta di un nuovo Dpcm per regolamentare gli spostamenti.

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