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Riccardo Magi: Il no al referendum sul fine vita colpo al cuore per chi soffre e per la democrazia

Intervista esclusiva di Antonello Sette (SprayNews) a Riccardo Magi, deputato e presidente di Più Europa

Onorevole Riccardo Magi, la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum per il diritto all’eutanasia. E’ una brutta notizia?

La Consulta ha fatto una valutazione pesante, che non si limita all’ammissibilità, ma entra anche nel merito, chiudendo la porta alla possibilità di fare quel passo di civiltà, che questo Paese aspetta da più di quaranta anni. Quelli che ora, penso al segretario del Pd e al leader del M5s, dicono che ora ci penserà il Parlamento, dovrebbero essere cauti, perché quello che si è mosso sinora a livello parlamentare va interamente ascritto alla spinta referendaria. Peraltro, il testo, che è stato prodotto sul suicidio assistito, è largamente insufficiente perché, se dovesse essere approvato, così come è, non garantirebbe ai cittadini la libertà di scelta sul fine vita.

Che cosa ha pensato quando le è arrivata la notizia?

E’ una notizia gravissima non solo per noi, che lavoriamo su questo tema e abbiamo promosso e sostenuto il referendum, e penso in questo momento a tutti i militanti che l’estate scorsa sono stati protagonisti di una grande mobilitazione, ma anche e soprattutto alle persone, che in Italia si trovano a vivere una condizione di malattia grave e irreversibile. E’ una notizia impietosa per tante famiglie. E’ una notizia gravissima anche per la democrazia. Se l’inammissibilità dovesse essere estesa anche all’altro referendum popolare promosso con le firme dei cittadini, ovvero a quello per la cannabis legale, vorrebbe dire che non c’è spazio per i referendum in questo Paese, nonostante la nostra Costituzione li preveda, spiegando con molta chiarezza su quali leggi non si può intervenire con i referendum: le leggi tributarie, di bilancio, di amnistia e di indulto e, infine, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.

Che cosa si sente di chiedere in questo momento?

Chiediamo alla Corte Costituzionale che sia consentita ai cittadini la possibilità di esprimersi sulla cannabis legale. Per una legge e una riforma di buon senso. Altrimenti vorrebbe dire che la Consulta ha cercato il famoso pelo nell’uovo e l’ha anche trovato.


di Antonello Sette

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