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Roberto Alessi Direttore di Novella2000 a tu per tu con Ana Bettz:«Nemmeno il destino mi ha piegata»


A tu per tu con l’incredibile artista internazionale che dalla vita ha avuto grandi gioie e fortune e un enorme dolore. Ma ha deciso di seguire il talento, e schierarlo contro tutti.



Mi ricordo che la prima volta che mi hanno parlato di Ana Bettz ero a Modena, nella villa di Luciano Pavarotti. Lei aveva in programma un grande spettacolo al Teatro Sistina di Roma (e tutta la capitale, Christian De Sica in testa, s'era mobilitata per l'evento). Il Maestro era incuriosito da questa donna, giovane imprenditrice, nata da una famiglia un po' torinese, un po' americana. Lui, che aveva vissuto, se non proprio la fame, ma quasi per arrivare ad affermarsi professionalmente, e aveva subito tutte le preoccupazioni che si potevano vivere come artista quand'era ragazzo e non aveva dietro una famiglia che potesse garantire vitto e alloggio, era stupito come una donna così bella, ricca, con altre possibilità lavorative che, accanto all'impegno di imprenditrice, non avesse smesso di inseguire i sogni, gli stessi sogni che lo avevano portato a viaggiare, a inseguire il talento, anzi a realizzarlo, nella musica, ed entrambi (perfino Pavarotti, monumento mondiale del classico) così affascinati dal pop.



E si che Ana era un'immobiliarista, poi, sarebbe anche diventata una figura di spicco anche nel petrolio, dopo la scomparsa del marito, che lei amava follemente. Ed eccomi con Ana Bettz oggi, vero nome Anna Bettozzi. È una donna che dalla vita potrebbe non chiedere più nulla: ha avuto una famiglia che le ha regalato due culture, quella italiana, quella americana, una fisicità che si manifesta da sola, un , un grandissimo amore, un grandissimo uomo, che oggi non c'è' più.

Tanto impegno stride con la sua fisicità. Sembra più una star hollywoodiana con la passione per il pop, passione che l'ha vista accanto a star internazionali come Cher e Dionne Warwick. Più recentemente Ana ha intrapreso collaborazioni con attori come Gabriel Garko e Francesco Testi con cui sta mettendo a punto un video per denunciare la violenza verso le donne, anche se, i più superficiali cercano di carpire la notizia verso chi dei due possa essere orientata per ben altri interessi. Ecstasy, Who Is It Tonight?, Black and White, Femme, Freedom, sono i singoli che ha già piazzato nelle Hit internazionali. Ora il progetto Spread My Wings va oltre: è una canzone di denuncia, è un video che fa tremare i polsi, è un manifesto contro tutte le sopraffazioni.



Lei sorride e tace, come una rubia Cleopatra. «L'amore? Tutti siamo, o saremmo nati per dare amore», mi dice con la sua voce che accarezza nel timbro quella che fu di Silvana Mangano, altrettanto enigmatica regina sofistico pop, «Ed è l'emozione», continua, «a scandire le mie scelte. Sono le emozioni a dare un senso alla vita, non il denaro, la bellezza o il successo fine a se stesso, tutto quello è solo narcisismo», mi dice, «ma invece resta il cuore che va oltre a tutto. Un esempio, l'immarcescibile Vasco Rossi, con il tempo progredisce, va avanti, continua a proporre il suo percorso, seguendo il suo cuore, le sue emozioni. Oggi piace a tre generazioni, segno che è oltre, ed è la sua cifra, la sua botta, e credo che sia anche la mia. Certo per chi come me vive nel sogno possono esserci momenti in cui si pensa e ci si domanda se si doveva fare altro, ma nemmeno il destino mi ha piegata. Come dice chi ha vissuto veramente: vivi come puoi, dal momento che come vuoi non puoi».

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