Sit-in di protesta oggi davanti a #ReginaCoeli. La #USPP #PoliziaPenitenziaria, con le altre OO.SS., ha manifestato lo stato di abbandono di una delle carceri più importanti d'Italia.
La maggiore preoccupazione risiede nell'immobilismo di fronte a questa situazione.
Le riforme che interessano i buonisti sono solo quelle di facciata: si è cambiata la denominazione di "celle" per la più chic "stanze detentive"; si sono chiamati "utenti" i detenuti, ma il risultato insignificante è evidente a tutti. Poi le riforme importanti già approvate, come quella dei detenuti psichiatrici sottoposti a misure di sicurezza che non dovrebbero essere ristretti in carcere, restano da applicare per un'inerzia interistituzionale spaventosa e a pagarne le conseguenze è il personale di #PoliziaPenitenziaria.
Al #carcere di #ReginaCoeli la situazione è drammatica.
1) Assenza di un Comandante di Reparto titolare.
2) Organico carente del 35%.
3) Sovraffollamento #detenuti oltre il 50%.
4) Aggressioni agli agenti.
5) Carichi di lavoro pesantissimi per il personale di #PoliziaPenitenziaria.
6) Sicurezza compromessa.
È per questo ed altro che dal 10 giugno scorso è stato proclamato lo stato di agitazione ed oggi abbiamo organizzato questa iniziativa.
Il Provveditore uscente, in nomina a Vice Capo del #DAP, dott. Carmelo Cantone, intervenuto tra i manifestanti, ha assicurato il suo personale impegno per riferire queste problematiche al Capo della #PoliziaPenitenziaria e al Ministero della #Giustizia, annunciando che a breve saranno trasferiti degli agenti a Regina Coeli, a seguito del piano di mobilità collegato al termine del 180° corso di formazione di allievi agenti, previsto per fine luglio.
Intanto, un piccolo risultato raggiunto, che certamente non sarà risolutivo, ma che ci incoraggia ad insistere su questa strada volta alla tutela delle condizioni di lavoro dei nostri colleghi, a cui va tutto il nostro riconoscimento per l'impegno e il sacrificio profusi nell'arduo compito di assicurare la legalità e l'ordine all'interno dell'istituto penitenziario.
Kommentare