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Ronghi (Sud protagonista): ergastolo per femminicidio e castrazione chimica per violenze sessuali



«Basta convegni e dibattiti: occorre l’ergastolo per i rei di femminicidio, la castrazione chimica per i colpevoli di violenza sessualità e l’esclusione dei benefici di pena».

È quanto ha affermato il segretario federale di “Sud Protagonista”, Salvatore Ronghi, intervenendo alla manifestazione del movimento civico, insieme con il dirigente federale , Alessandro Cogliati e alle rappresentanti delle associazioni “Nuove Socialità”, “Donna e” Gabriella Peluso, Antonella Tancredi, Gabriella Ferrari e Monica Fasoli.

«Dalla escalation di sangue, ha sottolineato Ronghi, che colpisce le donne e l’intera società, emerge con chiarezza che le misure messe in campo fino ad oggi non sono sufficienti per prevenire, contrastare e reprimere quello che è un fenomeno grave, che provoca danni gravi ed irreparabili non solo alle donne vittime di violenza e alle loro famiglie, ma anche a tutto il Paese, e che occorrono pene drastiche ed esemplari».


«Occorre andare oltre gli interventi legislativi effettuati fino ad oggi, ha detto Alessandro Cogliati, in quanto né il Codice Penale né la legge 27 giugno 2013 n. 77 sul femminicidio forniscono una definizione di femminicidio, in quanto tale legge non ha istituito una nuova fattispecie di reato ma ha introdotto nel settore del diritto penale e processuale una serie di misure, preventive e repressive, per combattere la violenza contro le donne per motivi di genere e che prevede, al suo interno, una serie di fatti di reato di diverso tipo; con questa iniziativa scendiamo in campo concretamente per difendere le donne dalle violenze proponendo pene certe ed esemplari». «Siamo stanche di dover ascoltare dibattiti, convegni e chiacchiere, mentre il sangue delle donne vittime di violenza continua scorrere nel nostro Paese, hanno sottolineato le dirigenti dei movimenti civici Peluso, Tancredi, Ferrari e Fasoli, chiediamo il carcere a vita per questi brutali assassini e carnefici e l’esclusione dai benefici di pena. Solo una legge duramente repressiva potrà fare da deterrente per prevenire questi reati a danno delle donne e della società».


Nell’ambito delle iniziative per la Giornata Internazionale contro la violenza sulla donna, i movimenti civici hanno, quindi, presentato una petizione popolare al Presidente della Repubblica, ai Presidenti del Senato e della Camera e al Presidente del Consiglio dei Ministri, finalizzata ad andare oltre le leggi, fino ad oggi approvate nel settore, ed istituire il reato di “femminicidio” al fine di introdurre pene dure ed esemplari, volte a prevenire e reprimere questo crimine contro le donne e contro la società, dall’ergastolo, nei casi di morte della vittima, alla reclusione per almeno venti anni, negli altri casi di violenza, anche tenuto conto del danno grave ed irreparabile provocato all’intera società italiana, alla esclusione dei benefici penitenziari per i rei di violenza sulle donne e femminicidio. La petizione propone anche la castrazione chimica per gli autori di violenza sessuale.

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